Fonte: Wikipedia
Nel mondo animale, specie diverse possono interagire fra loro, come ad esempio con il mutualismo, in cui ci sono benefici per entrambi gli animali, o con il parassitismo, dove i vantaggi (come il nutrimento) sono destinati solo ad uno dei due. Ci sono poi forme meno conosciute ma sorprendentemente diffuse, come la foresia.
Questo fenomeno affascinante si verifica quando un organismo si serve di un altro come mezzo di trasporto, senza recargli danno. Spesso invisibile a occhio nudo, la foresia gioca un ruolo importante nell’ecologia di molte specie, aiutandole a spostarsi, a colonizzare nuovi ambienti o completare il proprio ciclo vitale. Grazie a recenti osservazioni scientifiche e casi insoliti documentati anche in ambienti marini, il fenomeno sta attirando crescente interesse da parte di biologi e zoologi.
La foresia è una forma di interazione biologica in cui un organismo utilizza un altro organismo, vivo e generalmente più grande, come mezzo di trasporto. Il termine deriva dal greco “phorein”, che significa “portare”. In questo tipo di relazione, l’organismo trasportato (definito “foretico”) trae beneficio nel muoversi da un luogo all’altro, mentre l’organismo che trasporta di solito non subisce effetti negativi o positivi significativi.
La foresia è particolarmente comune tra piccoli invertebrati, in particolare acari, coleotteri, pseudoscorpioni, moscerini e alcuni crostacei. Gli acari, ad esempio, che non hanno ali, spesso si attaccano a insetti volanti come api, mosche o coleotteri per viaggiare su distanze maggiori. In alcuni casi, un singolo insetto può trasportare decine di acari contemporaneamente. Gli pseudoscorpioni, anch’essi privi di capacità di volo, si aggrappano saldamente alle zampe o al corpo di altri insetti come le mosche e si fanno trasportare fino a un ambiente favorevole, ad esempio una carcassa o un fungo in decomposizione, dove possono nutrirsi e riprodursi.
La foresia non è limitata agli insetti: esempi più inusuali sono stati documentati in ambienti marini. Un esempio è riportato dalla rivista National Geographic, che descrive un caso eccezionale avvenuto al largo della costa della Nuova Zelanda. Un polpo è stato visto aggrappato alla testa di uno squalo mako. Sebbene non sia chiaro se questo comportamento fosse effettivamente foresia o un tentativo di attacco o difesa, il fatto che il polpo non fosse in pericolo immediato ha suscitato l’ipotesi che potesse trattarsi di un caso di trasporto opportunistico.
Secondo i ricercatori, la foresia è già stata documentata in decine di specie animali, suggerendo che si tratta di una strategia evolutiva molto diffusa. Secondo le fonti scientifiche, può svolgere un ruolo cruciale nella dispersione delle specie nell’ambiente, specialmente per quegli organismi che non sono in grado di muoversi autonomamente su lunghe distanze.
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Questo tipo di spostamento permette, ad esempio, il mescolamento genetico tra popolazioni, la colonizzazione di nuovi habitat e l’accesso a risorse alimentari o riproduttive in altri luoghi. In molti casi, la foresia è una fase del ciclo vitale dell’organismo. Gli stadi giovanili di alcuni acari sono specificamente adattati per aderire ad un animale e lasciarlo solo quando l’ambiente è favorevole.
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