Fonte: Facebook
In una vicenda che sembra uscita da un film di spionaggio con poco budget, un quarantanovenne bulgaro residente a Lainate ha tentato di passare inosservato mostrando alla reception di un hotel di San Vittore Olona un documento d’identità rubato. La speranza era chiara: usare un’identità falsa per evitare controlli e sfuggire a una segnalazione alle forze dell’ordine. Peccato che il piano si sia rivelato un clamoroso flop.
Il documento che l’uomo ha esibito apparteneva a un altro pregiudicato, ma, sorpresa delle sorprese, anche su quest’ultimo pendeva un mandato di arresto. Proprio grazie a questo “incrocio di guai” i carabinieri sono stati allertati e sono intervenuti tempestivamente per arrestare il latitante. Come si suol dire, quando si cerca di scappare, a volte si finisce solo a inciampare.
Una volta portato in caserma, l’identità reale del bulgaro è stata confermata: era ricercato dal marzo 2025 per un mandato di arresto ancora attivo. Oltre a finire dietro le sbarre per la latitanza, è stato denunciato anche per possesso e uso indebito di documenti altrui, una pratica illegale che può complicare ulteriormente la sua posizione.
Nel frattempo, le autorità stanno svolgendo ulteriori accertamenti per capire come l’uomo sia riuscito a procurarsi il documento falso utilizzato per il check-in. L’episodio dimostra come, anche in situazioni che sembrano semplici, i sistemi di controllo siano ormai molto attenti e non lascino spazio a manovre improvvisate.
La legge impone agli hotel di registrare i dati degli ospiti e inviarli alle forze dell’ordine per controlli di routine. Questa normativa ha permesso in questo caso di smascherare il tentativo del latitante di nascondersi dietro un’identità rubata. Spesso i criminali pensano di poter sfruttare documenti falsi per evitare guai, ma la tecnologia e la cooperazione tra enti rendono sempre più difficile questo tipo di frodi.
L’episodio è anche un promemoria su quanto sia importante rispettare le regole e quanto le forze dell’ordine lavorino per garantire sicurezza e legalità. L’uomo in questione ha dimostrato che tentare di ingannare il sistema può rivelarsi un boomerang.
Il caso di San Vittore Olona è emblematico: un tentativo di sfuggire alla giustizia mostrando documenti di un’altra persona che però aveva anch’essa guai con la legge. Questo doppio “errore” ha portato all’arresto immediato. Per i malintenzionati è sempre più difficile trovare nascondigli sicuri, soprattutto quando le verifiche sono automatizzate e incrociate con banche dati.
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Chi cerca di nascondersi dietro false identità dovrà dunque faticare di più, e le conseguenze legali diventano ancora più pesanti quando si viene scoperti. La vicenda di questo latitante bulgaro ne è un esempio lampante, con un finale tutto sommato prevedibile.
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