Fonte: Commentimemorabili.it
Cosa ci fanno due sfere di vetro trasparente sul suolo lunare? A scoprirle è stato il rover cinese Yutu-2 nel corso della missione lunare Chang’e-4, mentre perlustrava ampie aree collocate nella parte del satellite non visibile dalla Terra.
Le due formazioni, con un diametro stimato tra 15 e 25 millimetri, si trovavano nel cratere Von Kármán, un’area geologicamente antica e molto importante per l’esplorazione lunare.
Il vetro è un materiale comune sulla Luna, formato da calore intenso, ma queste sfere si distinguono per alcune caratteristiche: sono macroscopiche, semitrasparenti e lucenti, mentre la maggior parte dei vetri lunari è più piccola, scura e opaca. Il rover ha rilevato le sfere usando la sua fotocamera panoramica, ma non ha eseguito analisi spettroscopiche dirette, motivo per cui la composizione precisa resta al momento incerta.
Tuttavia, la loro posizione topografica (vicino al bordo di un piccolo cratere secondario) e il loro aspetto suggeriscono una genesi legata a un impatto meteoritico. Il campo di silicato presente sulla superficie lunare ha fornito il materiale che, fuso a seguito del calore dell’impatto, ha formato goccioline solide ricadute in forma sferica. Le sfere di vetro potrebbero dunque rappresentare una fase della storia della luna poco compresa finora, legata ad impatti ad alta energia.
Secondo alcuni ricercatori, la scoperta indica che questo tipo di oggetto potrebbe essere più comune di quanto si pensasse. Non si tratta solo di una curiosità geologica: questi materiali possono contenere registrazioni cronologiche precise degli eventi di impatto, diventando utili per studiare la storia del bombardamento meteoritico del sistema solare interno.
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Infine, la presenza naturale di vetro sferico sulla Luna ha anche implicazioni pratiche per l’esplorazione futura. Il vetro, se raffinato, può essere impiegato per la produzione di strutture, schermature e finestre nelle future basi lunari. La possibilità di utilizzare risorse in loco ridurrebbe notevolmente i costi e i rischi delle missioni umane a lungo termine.
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