I Millennials sono la generazione più istruita (ma anche quella meno pagata)

Millennial e stipendi: più lauree, meno soldi

 

Un tempo bastava un diploma e un sorriso per ottenere un posto fisso e il mutuo per la villetta a schiera. Oggi, anche con due lauree, i millennial si trovano a fare i conti con affitti esorbitanti, stage infiniti e stipendi che arrancano dietro all’inflazione. Secondo vari studi, tra cui uno della fondazione New America, i millennial guadagnano in media il 20% in meno rispetto ai baby boomer alla stessa età.

A peggiorare la situazione c’è il fatto che, nonostante siano più istruiti – il 40% ha almeno una laurea contro il 25% dei boomer – non riescono a convertire questo vantaggio formativo in sicurezza economica. Una frustrazione che si traduce spesso in sarcasmo generazionale, con la ormai celebre frase “Ok boomer” che sintetizza anni di delusione sociale in due parole.

Millennial, laureati ma poveri: l’istruzione non basta più

La Grande Recessione del 2008 ha lasciato il segno. Chi ha terminato gli studi in quegli anni si è trovato a entrare in un mercato del lavoro in crisi, dove i contratti stabili erano rari come le ferie pagate. Le prospettive economiche per i giovani adulti non sono mai decollate, e con l’arrivo della gig economy, la stabilità si è ulteriormente allontanata.

Nel frattempo, però, il costo della vita è schizzato alle stelle. L’affitto di un monolocale oggi può superare lo stipendio di un laureato, e l’idea di acquistare casa è per molti solo un capitolo dei libri di storia. A rendere tutto ancora più ironico, gli stessi baby boomer che godono di pensioni solide si lamentano della presunta “pigrizia” dei giovani.

Divario generazionale e frustrazione sociale: nasce l’ironia millennial

La reazione non si è fatta attendere. I meme “Ok boomer” non sono solo battute da social, ma veri e propri segnali di protesta culturale. I millennial non se la prendono con tutti gli over 50, ma con un sistema che ha premiato i privilegi di pochi a discapito di molti. In particolare, quei politici e opinionisti che difendono lo status quo senza riconoscere i cambiamenti profondi nel mondo del lavoro.

Anche sul fronte dei consumi, le abitudini sono cambiate non per scelta, ma per necessità. Niente più pausa pranzo lunga, niente ristoranti il sabato sera, e nemmeno un uso disinvolto dell’ammorbidente. La verità è che questa generazione risparmia su tutto, perché non ha alternative.

Reddito millennial in calo e costi in salita: una combinazione esplosiva

Secondo i dati di Young Invincibles, i millennial non solo guadagnano meno dei loro genitori, ma possiedono anche la metà dei beni e dei risparmi. La loro indipendenza economica è costantemente posticipata: si va via di casa più tardi, si fanno figli più tardi, e il concetto di pensione sembra più simile a un miraggio.

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Non si tratta di mancanza di impegno o di ambizione, ma di un contesto economico che ha rimescolato le regole del gioco. E in questo nuovo schema, non basta più avere un titolo di studio per garantirsi una vita stabile. Il paradosso è tutto qui: la generazione meglio preparata di sempre fatica a costruirsi un futuro. E l’unica eredità certa, al momento, è un bel bagaglio di debiti universitari e la consapevolezza che il brunch della domenica è diventato un lusso per pochi.

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