Questo minuscolo pesciolino emette suoni forti quanto quelli di un jet al decollo

È in grado di raggiungere i 140 decibel

 

Una sorprendente scoperta nel mondo marino ha svelato le straordinarie capacità sonore del minuscolo pesce Danionella cerebrum, lungo poco più di 1 centimetro. Questo piccolo ciprinide, originario delle torbide acque dei canali del Myanmar, è stato oggetto di uno studio internazionale guidato dal Centro Einstein per le Neuroscienze dell’Università Charité di Berlino. Gli scienziati hanno registrato suoni straordinariamente potenti emessi da questo pesce, che raggiungono i 140 decibel, equiparabili al rumore di un jet al decollo udito da 100 metri di distanza.

Questa capacità sonora sfida il comune stereotipo della “silenziosità” dei pesci e si ipotizza che sia un mezzo di comunicazione intraspecifica, essendo il pesce abituato a vivere in acque torbide, dove la visione è limitata. L’analisi del fenomeno ha rivelato che la chiave di questa straordinaria abilità risiede in un apparato unico presente nei maschi di Danionella cerebrum. Questo apparato è composto da una cartilagine che può tambureggiare, una costola specializzata e un muscolo particolare che resiste alla fatica più a lungo rispetto ai muscoli normali. Quando questa struttura accelera la cartilagine, essa batte con una forza di oltre 2.000g contro la vescica natatoria del pesce, producendo un impulso sonoro potente.

I suoni emessi sono il risultato di contrazioni muscolari alternate

È interessante notare che i suoni emessi da Danionella cerebrum sono il risultato di contrazioni muscolari alternate, che creano una serie di scricchiolii ripetuti in rapida successione, simili ai colpi di una mitragliatrice. Nonostante queste sorprendenti capacità, Danionella cerebrum non detiene il record per il suono più potente prodotto dagli animali, il quale appartiene ai gamberi pistola, capaci di raggiungere i 250 decibel attraverso la cavitazione.

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Lo studio, intitolato “Ultrafast sound production mechanism in one of the smallest vertebrates”, è stato pubblicato sulla rivista scientifica PNAS. Questa scoperta non solo sfida le nozioni convenzionali sulla velocità del movimento scheletrico dei vertebrati, ma offre anche una prospettiva unica per comprendere i meccanismi di propulsione tra le specie e la loro evoluzione biologica. Danionella cerebrum è ora considerato un modello ideale per condurre studi in laboratorio, soprattutto nelle neuroscienze e nella biomeccanica.

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