Entra col motorino elettrico in pronto soccorso e lo mette in carica nella sala d’attesa

Pronto soccorso o colonnina di ricarica? A Messina il motorino elettrico fa tappa in ospedale

 

C’è chi va in pronto soccorso per emergenze mediche e chi, invece, ci fa una sosta tecnica. È successo all’ospedale Gaetano Martino di Messina, dove un ignoto automobilista (o meglio, motociclista) ha pensato bene di parcheggiare il suo motorino elettrico nella sala d’attesa e collegarlo alla presa della corrente. Un gesto che ha lasciato a bocca aperta pazienti, medici e persino la direzione dell’azienda sanitaria, ora pronta a denunciare l’accaduto.

Il fatto risale alla mattina del 29 maggio, quando il veicolo è stato piazzato con nonchalance accanto alle sedie dei parenti in attesa. Fortunatamente, il personale ha notato la singolare “installazione” e ha fatto rimuovere il mezzo prima che qualcuno potesse pensare di aprire un servizio di noleggio in reparto. Resta un mistero come il conducente abbia fatto entrare il motorino senza destare sospetti, ma una cosa è certa: l’ospedale non intende passare per un’area di servizio.

La reazione dell’ospedale: tolleranza zero per le ricariche abusive di motorini elettrici

Il direttore generale Giorgio Giulio Santonocito non ha usato mezzi termini, definendo l’episodio un “segno di inciviltà” e un sintomo di degrado culturale. E mentre sui social impazzano le battute su “pronto soccorso a due ruote”, l’azienda ospedaliera sta valutando ogni azione legale possibile per evitare che simili situazioni si ripetano. Del resto, un ospedale è già abbastanza caotico di suo senza aggiungere colonnine di ricarica improvvisate.

C’è da chiedersi cosa passasse per la testa del proprietario del motorino: forse una corsa in ambulanza gli è sembrata troppo convenzionale, oppure credeva che la sala d’attesa fosse un’estensione del proprio garage. Quel che è certo è che la prossima volta dovrà cercare una presa altrove, magari in un posto più adatto… tipo un parcheggio.

Sicurezza e decoro: perché l’ospedale non è un’officina

Oltre all’aspetto bizzarro, la vicenda solleva questioni serie. Un veicolo in carica in un’area affollata potrebbe rappresentare un rischio per la sicurezza, senza contare il disagio arrecato a chi è in ospedale per motivi ben più urgenti. L’episodio ha spinto l’Aou Gaetano Martino a ribadire l’importanza del rispetto per gli spazi comuni, specialmente in un luogo delicato come un pronto soccorso.

E mentre i tecnici verificano che non ci siano danni alle prese elettriche (perché sì, anche quelle sono fatte per alimentare monitor, non batterie di scooter), il messaggio della direzione è chiaro: l’ospedale è un luogo di cura, non un’area sosta per mezzi elettrici. Chissà se il proprietario del motorino lo capirà prima della eventuale multa.

Leggi anche: Licenziato per aver caricato lo scooter elettrico in azienda: “Ha consumato 25 centesimi di corrente”

Motorini e ospedali: un binomio da evitare

Se l’idea era quella di risparmiare sulla bolletta di casa, probabilmente non aveva fatto i conti con le conseguenze. Perché ricaricare il motorino in ospedale non è solo poco elegante, ma potrebbe costare caro in termini legali. E mentre la Sicilia si conferma terra di storie fuori dall’ordinario, c’è da sperare che nessun altro abbia in mente di trasformare il pronto soccorso in una stazione di servizio. Insomma, la prossima volta che la batteria è scarica, meglio cercare una colonnina dedicata.

Share