Sono nate le “rocce di plastica” create dai rifiuti di plastica

L’isola del Giglio è stata tra i primi luoghi in cui sono state osservate

 

Le “plastic rocks” rappresentano una sconcertante conseguenza dell’inquinamento da rifiuti plastici che affligge gli oceani e le spiagge di tutto il mondo. Queste formazioni rocciose sono create dai rifiuti plastici trasportati dal mare fino alle terre emerse. Non solo danneggiano l’ecosistema marino, ma interferiscono anche nei meccanismi di sedimentazione, dando origine a vere e proprie rocce di plastica. A differenza della plastica biodegradabile, la plastica non si decompone facilmente e si deposita sulle spiagge, rimanendo intatta per molti anni. L’azione del calore contribuisce alla fusione della plastica, che si combina con il materiale naturale del suolo circostante, dando vita a queste insolite rocce.

Le rocce di plastica si formano seguendo i principi geologici comuni a tutte le rocce naturali. Tre tipi principali di plastic rocks sono stati identificati, ognuno con caratteristiche simili a rocce magmatiche, sedimentarie e clastiche. Le rocce di plastica presentano frammenti di plastica di diverse dimensioni e tipi, simili a come si accumulano i sedimenti naturali. La scoperta delle plastic rocks risale al 2014, e l’Italia, in particolare l’isola del Giglio, è stata tra i primi luoghi in cui sono state osservate. Queste formazioni rocciose sintetiche si sono rivelate simili alle rocce clastiche, composte da frammenti di diverse origini che si accumulano a causa di agenti esterni come vento, ghiaccio o correnti marine.

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Ci sono anche i plasticrust

Un ulteriore sviluppo è rappresentato dai “plasticrust”, una categoria di plastic rocks osservata durante uno studio sull’isola del Giglio. Si tratta di patine di materiale plastico che si incrostano sulle rocce a causa dell’impatto dei rifiuti plastici trasportati dalle onde. Una scoperta ancora più allarmante è avvenuta nel 2019, quando una geologa ricercatrice, Fernanda Avelar Santos, ha identificato “plastiglomerates” nell’isola di Trinidade, un’isola remota nel bel mezzo dell’Oceano Atlantico Meridionale. Queste formazioni sedimentarie sono composte da detriti rocciosi uniti dalla plastica fusa, proveniente da reti da pesca professionali. Questo ritrovamento sottolinea la pervasività dell’inquinamento plastico, che raggiunge anche luoghi remoti e protetti.

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