Pappagallo combina guai: ordina su Amazon parlando con Alexa e fa impazzire la padrona

Pappagallo, Amazon e Alexa: quando la tecnologia diventa un gioco da uccelli

 

Può un pappagallo fare acquisti su Amazon? Se ti chiami Rocco e vivi in Inghilterra, pare proprio di sì. Questo African Grey, noto per la sua intelligenza e capacità di imitare le voci umane, è finito sotto i riflettori per una serie di ordini “non autorizzati” effettuati tramite l’assistente vocale Alexa. No, non si tratta di una trovata pubblicitaria, ma di una vera e propria vicenda che ha lasciato la sua padrona, Marion Wischnewski, con qualche grattacapo in più rispetto alla semplice cura del piumaggio.

Rocco non è un novellino in fatto di notorietà: prima di approdare nella casa di Marion, è stato allontanato dal rifugio del National Animal Welfare Trust a causa del suo linguaggio, diciamo, poco adatto ai bambini. Un vero bad boy del mondo animale, insomma. Ma quello che nessuno si aspettava è che, una volta sistemato in una tranquilla casa dell’Oxfordshire, avrebbe scoperto il suo nuovo amore: Alexa.

Pappagallo intelligente: ordina online e ascolta musica romantica

Tra un “ciao” e un “chi è un bravo ragazzo?”, Rocco ha cominciato a conversare con Alexa come fosse un coinquilino qualunque. Finché un giorno Marion si è accorta che nella lista della spesa erano comparsi articoli mai richiesti da nessun umano presente: fragole, broccoli, gelati, uvetta, e perfino un aquilone e una lampadina. Forse per organizzare una cena a lume di LED e concludere il tutto con un volo panoramico.

Per fortuna, la funzione di acquisto vocale di Alexa era protetta da login. Quindi niente spese pazze, solo un po’ di confusione digitale. Ma il bello è che Rocco non si limita allo shopping: in alcune occasioni, la padrona l’ha trovato intento ad ascoltare musica romantica. Il che, detto di un pappagallo, è un’immagine che meriterebbe un documentario su Netflix.

Sicurezza Alexa: meglio il PIN (ma non dirlo davanti a Rocco)

Dopo l’episodio, Marion ha fatto la cosa più ovvia: ha impostato un codice PIN per proteggere gli acquisti. Il che va benissimo, se non fosse che in casa quel PIN viene detto ad alta voce. E considerando la memoria di un African Grey, c’è sempre il rischio che Rocco lo impari a memoria e torni a fare il suo shopping da sogno. Magari questa volta aggiungendo qualche accessorio da voliera smart.

Non è il primo caso in cui Alexa è finita nelle mani sbagliate. In passato, altri piccoli “clienti” come bambini di sei anni hanno tentato incursioni nei magazzini Amazon, ordinando bambole, biscotti o pony giocattolo. Ma un pappagallo con il fiuto per i broccoli e le melodie d’amore? Questo è davvero un upgrade inaspettato.

Pappagallo e shopping online: il futuro è (quasi) arrivato

La vicenda di Rocco ha fatto il giro del mondo, trasformandolo in una sorta di icona degli assistenti vocali usati in modo alternativo. Il tutto con una buona dose di ironia e stupore da parte della rete. Chi avrebbe mai pensato che un uccello potesse creare problemi non volando via, ma digitando comandi vocali?

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Una storia divertente, ma anche un piccolo campanello d’allarme per chi usa dispositivi smart in casa. Se non vuoi ritrovarti una cassa di angurie a domicilio o una playlist sentimentale a tutto volume, meglio evitare che animali (o bambini troppo curiosi) prendano confidenza con Alexa. Nel dubbio, meglio spegnerla quando si esce. O imparare a parlare sottovoce quando c’è un pappagallo nei paraggi.

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