Fonte: Commenti Memorabili
Se ti sei mai chiesto perché i ragazzi di oggi sembrano tutti pronti per schiacciare a canestro, la risposta è nascosta nel cervello. Più precisamente, in una piccola zona chiamata ipotalamo che, oltre a decidere se abbiamo fame, pare influenzi anche quanto cresciamo. E no, non si tratta solo di “buoni geni”, ma di un recettore che risponde alla quantità di calorie a disposizione.
Questo recettore si chiama MC3R e, insieme al suo cugino più noto MC4R, riceve dei segnali chiamati melanocortine. Questi segnali vengono attivati in base a ormoni come la leptina (prodotta dal grasso) e l’insulina (prodotta dopo aver mangiato). In parole povere: più mangi bene, più il cervello capisce che può investire in centimetri.
Il recettore MC4R era già famoso per la sua parte nel regolare la fame e il consumo di energia. Ma l’MC3R, più riservato, è appena uscito allo scoperto come il responsabile della crescita fisica e dell’ingresso nella pubertà. Un team di ricerca britannico ha dimostrato che, se questo recettore funziona poco, la crescita si rallenta e l’adolescenza arriva più tardi.
La prova? Un’analisi della biobank del Regno Unito su ben 500.000 individui. Chi aveva un MC3R meno efficiente risultava mediamente più basso e con uno sviluppo più tardivo. E se mezzo milione di dati non bastano, lo studio ha anche osservato un gruppo di 6.000 bambini, scoprendo che quelli con una mutazione genetica su MC3R erano tutti più bassi rispetto ai coetanei.
La crescita della statura media globale non è un mistero genetico, ma una conseguenza dell’abbondanza alimentare. Se confrontiamo le generazioni, non si tratta solo di impressioni: oggi siamo in media più alti di 10-20 cm rispetto ai nostri bisnonni. Il corpo umano, in fondo, è molto pratico: se ha scorte energetiche sufficienti, si sente libero di crescere.
In passato, la scarsità alimentare limitava le possibilità del nostro organismo di svilupparsi al massimo. Oggi invece, con un’alimentazione più ricca e continua, il cervello riceve segnali chiari: ci sono abbastanza risorse, si può procedere con lo sviluppo. Ed è proprio qui che entra in scena il recettore MC3R, come una centralina che traduce il messaggio “si mangia bene” in “si cresce di più”.
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Capire il ruolo dell’MC3R può cambiare il modo in cui leggiamo l’evoluzione fisica umana. Non è solo la genetica a determinare la nostra altezza, ma anche le condizioni ambientali, l’accesso al cibo e persino l’età in cui entriamo nella pubertà. E se pensi che basti mangiare di più per diventare alti, purtroppo non è così semplice: serve equilibrio, qualità dei nutrienti e un cervello in grado di gestire i segnali. Il cervello non si limita a contarci le calorie, ma decide anche come e quanto usarle per farci crescere. E ogni generazione che passa, con una nutrizione più completa e continua, spinge un po’ più in alto l’asticella. Letteralmente.
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