Pompe funebri

Vi invio questa chat perché secondo mia figlia la mia è una storia da raccontare, anche e soprattutto per il modo pessimo modo in cui sono stato trattato, nonostante io sia, lo ammetto, un tipo fuori dagli schemi, fino alla fine. La questione riguarda il fatto che, dopo che un mio amico è venuto a mancare, ho contattato la ditta di pompe funebri per un servizio particolare, ma la ditta si è rifiutata di accettare la proposta. A me non sembrava niente di troppo strano: semplicemente, credo che quando uno muore non abbia senso abbattersi e sia molto meglio ricordare quella persona con gioia e in un momento conviviale tra tutte le persone che hanno fatto parte della sua vita. Personalmente mi sembra una cosa così ovvia. Ma la ditta non ha proprio capito quello che intendevo, o quanto meno non ha voluto accettare la mia proposta. Per altro mi sono sentito davvero discriminato solo perché, come ho detto anche a loro ma come indirettamente mi hanno fatto notare, i miei anni si cominciano a far sentire. Non ci sono più ditte serie di cui fidarsi. 

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Il nostro fan, un uomo maturo e sensibile, ha deciso di condividere un episodio che lo ha profondamente colpito. Qualche tempo fa, ha perso un caro amico e desiderava organizzare una celebrazione della vita diversa dal rito tradizionale: un momento conviviale, gioioso e partecipato per onorare chi era venuto a mancare. Per questo ha contattato una ditta di pompe funebri per proporre un servizio non convenzionale, più adatto al suo desiderio di celebrare con allegria il ricordo dell’amico.

Nonostante la proposta fosse fatta con rispetto e sincero affetto, la ditta si è rifiutata di accoglierla. Il nostro fan, esterrefatto, non riusciva a comprendere la reazione: a suo avviso, ricordare una persona con gioia, anziché sofferenza, non avrebbe dovuto essere percepito come un’eresia. La sua idea era che la morte potesse trasformarsi in un’opportunità per incontrarsi e celebrare la vita vissuta e condivisa.

La delusione è salita quando, durante la conversazione, la ditta ha lasciato intendere che l’età avanzata del nostro fan potesse influire sulla valutazione della proposta. In quelle parole ha colto un giudizio implicito, un velo di discriminazione legato alla sua età. Quel momento gli ha fatto capire che, con il passare degli anni, non sempre si incontra professionalità e apertura mentale.

Dopo l’episodio, il nostro fan è rimasto amareggiato. Si sente ferito dal rifiuto di un’idea semplice ma rispettosa, e disilluso dal fatto che esistano ancora professionisti poco sensibili. Ritiene che la memoria, anche nel dolore, possa e debba trovare spazi di luce e condivisione, ma oggi si trova davanti a una realtà che non offre più fiducia.

Con questo racconto, condivide la sua esperienza per mettere in guardia chi, come lui, pensa che anche i momenti più gravi possano trasformarsi in occasioni positive. La sua storia è un invito a non arrendersi, ma anche una denuncia: restano ancora barriere invisibili, non solo nella società, ma anche in servizi che dovrebbero accompagnare con rispetto le persone nella morte e nel ricordo.

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