Preside invia una lettera ai genitori: “Non ci sono lettiere per gatti nei bagni della scuola”

L’assurda vicenda che ha coinvolto un college

 

I genitori si aspettano regolarmente lettere dalla scuola dei loro figli per informarli delle gite o dell’andamento scolastico dei bimbi. Ma un preside ha dovuto scrivere una lettera ai genitori per uno scopo più bizzarro. Carl Howarth, preside del Jersey College for Girls, ha infatti inviato una lettera in cui nega che la scuola abbia installato vaschette per la lettiera dei gatti nei bagni. Il college è una scuola a pagamento nella capitale di Jersey, St Helier, e il preside ha chiesto ai genitori di correggere chiunque parli loro di questa strana voce.

La lettera non entra nel dettaglio di come sia nata la voce, ma i genitori hanno fatto sapere che circolava da diversi mesi. La lettera recita: “Cari genitori, non riesco davvero a credere che sto scrivendo questa e-mail, ma eccoci qua… Da qualche tempo siamo a conoscenza di voci secondo cui avremmo installato delle lettiere per gatti nei nostri bagni. Avevamo pensato che, trattandosi di un’evidente assurdità e di un’assoluta ridicolaggine, queste voci si sarebbero naturalmente fermate senza il nostro coinvolgimento”.

La scuola è l’ultima ad essere coinvolta nel mito urbano della lettiera per gatti nelle scuole

Poi ha continuato con una richiesta per i genitori: “Tuttavia, in modo alquanto bizzarro, questo non sembra essere il caso. Per favore, correggete chiunque ne parli con voi. Bene, torniamo alla realtà.. Vostro, Carl Howarth, direttore”. La scuola è l’ultima a essere coinvolta nel mito urbano della “lettiera per gatti nelle scuole”. Il college è infatti tutt’altro che il primo ad affrontare affermazioni secondo cui i vassoi per i rifiuti erano stati installati nei bagni delle scuole per soddisfare gli studenti che si identificano come gatti.

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La bufala di Internet è iniziata negli Stati Uniti, dove è diventata popolare tra commentatori e politici conservatori. I distretti scolastici hanno smentito le affermazioni, con i fact-checker incapaci di comprovare nessuno dei rapporti condivisi su siti di social media come Facebook e WhatsApp. Ciò non ha però impedito all’infondata teoria del complotto di attraversare l’Atlantico e mettere radici in Europa.

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