C’è qualcosa di profondamente sbagliato in questo sistema capitalistico. Io non ne so niente di economia ma in quanto cittadina vedo le conseguenze direttamente su di me e su chi mi sta attorno. Mi spacco la schiena otto ore al giorno a studiare e ho da parte a malapena quello che mi consente di arrivare a fine mese, con un’angoscia costante. I prezzi in tutto questo continuano a salire e io non so più dove tagliare. Per non parlare degli affitti: è una piaga che sta affliggendo tutte le principali città italiane e il governo sembra fregarsene, sicché i proprietari ci lucrano sopra senza un minimo di senso morale o scrupolo. Quel che è peggio è che i ricchi sono anche i più tirchi, e di questo non ho ancora capito il motivo. Se io fossi ricca, su certe spese non mi farei nessun problema, ma forse lo dico proprio perché non sono ricca! Il problema è quanto ti ritrovi ad aver a che fare con un proprietario di casa non solo ricco e tirchio ma anche profondamente maschilista e misogino. Ho firmato un nuovo contratto con lui da pochissimo e ha già superato ogni limite
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La nostra fan ha 25 anni, vive da sola e lavora mentre porta avanti gli studi. Le sue giornate sono piene, le energie limitate, e la preoccupazione per i soldi sempre presente. Ha firmato da poco un nuovo contratto d’affitto per un appartamento in una zona centrale, piccolo ma ben tenuto, convinta di poter finalmente gestire meglio i suoi spazi e i suoi orari. A distanza di poche settimane, però, si è resa conto che la situazione è tutt’altro che semplice.
Il proprietario dell’appartamento è un uomo anziano, benestante, proprietario di più immobili in città. Fin dall’inizio si è mostrato scortese, ma la nostra fan ha cercato di non dar troppo peso al tono sbrigativo delle sue comunicazioni. Col tempo, però, l’atteggiamento dell’uomo è diventato sempre più invadente. Ha cominciato a presentarsi senza preavviso per “controllare lo stato dell’appartamento”, a fare battute fuori luogo sul fatto che lei vivesse da sola, insinuando che senza un uomo in casa certe cose non fossero gestibili. In più, ha cominciato a lamentarsi della temperatura dei termosifoni, delle luci accese, dei rumori — tutto senza mai aver messo nulla di queste cose nel contratto.
La nostra fan si è sentita costretta a fargli notare, in modo educato, che certe visite andavano concordate e che commenti personali non erano opportuni. La risposta è stata un monologo sul rispetto, sulla gioventù di oggi, e su quanto lei dovrebbe sentirsi fortunata a vivere in un appartamento “così bello” a un “prezzo così basso”.
Col passare delle settimane, la situazione è peggiorata: il proprietario ha cominciato a inviarle messaggi con richieste sempre più pressanti e assurde, come fornire le ricevute di ogni bolletta con foto dimostrative o inviare il dettaglio di chi entra ed esce da casa. In un’occasione le ha anche scritto che, “da ragazza sola”, dovrebbe “mantenere un certo decoro”, riferendosi a come era vestita quando l’ha vista uscire un sabato sera.
La nostra fan si sente esasperata, stretta tra il bisogno di un tetto sicuro e dignitoso e l’impossibilità economica di trasferirsi altrove. Soprattutto, si sente umiliata nel dover continuamente giustificare il semplice fatto di vivere la propria vita.
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