Queste tre tecniche ti permetteranno di capire se qualcuno ti sta mentendo

Grazie a questi trucchi riconoscere un bugiardo sarà molto facile

 

 

Esistono diverse ragioni per cui le persone mentono. Come la bugia, però, ci sono alcune tecniche che possono aiutare a ribaltare la situazione a nostro favore e scoprire se ci troviamo dinanzi ad un bugiardo. Negli ultimi anni la ricerca ha messo in evidenza il ruolo dell’approccio cognitivo nel rilevare la menzogna, offrendo strumenti accessibili praticamente a chiunque.

Tale modello psicologico si riferisce a tattiche di intervista attive progettate per individuare il comportamento ingannevole. Questo modus operandi si basa sull’idea che mentire è molto più impegnativo dal punto di vista psichico rispetto al dire la verità in quanto, per reggere una bugia, è necessario tenere sempre tenere d’occhio la situazione in questione per non rimanere intrecciato nel reticolo di falsità pronunciate.

Come riconoscere un bugiardo: lo studio svedese

Una coppia di psicologi dell’Università di Göteborg, in Svezia, ha esaminato 23 studi condotti in precedenza sull’argomento, noti come meta-analisi, e che hanno visto coinvolti in totale quasi 3.000 partecipanti. Gli esperti hanno scoperto che l’approccio cognitivo al rilevamento della menzogna aveva un tasso di accuratezza medio di solo il 52% negli esaminati classificati “ingenui”. Tuttavia, gli osservatori informati (ovvero coloro che sono stati messi al corrente su quali segnali di inganno concentrarsi) hanno avuto un’accuratezza media di quasi il 75%.

“Il principio centrale dell’approccio cognitivo è porre domande che rendano ancora più impegnativo il compito già arduo di un bugiardo. Idealmente, queste domande dovrebbero avere un impatto minimo sulla capacità di chi dice la verità di fornire una dichiarazione. Si sostiene che questo aumento differenziale della difficoltà per i bugiardi aumenterà le differenze verbali tra affermazioni vere e false rispetto ai metodi di intervista standard“, hanno scritto i ricercatori sulla rivista Applied Cognitive Psychology .

I ricercatori hanno inoltre proseguito nella spiegazione menzionando tre tecniche di intervista da utilizzare per riconoscere un bugiardo che ci sta mentendo.

1. Imporre un forte carico cognitivo

Questa tecnica comporta l’introduzione di stimoli esterni che rendono più difficile allocare l’energia cognitiva necessaria per mantenere una bugia. Chiedere di mantenere il contatto visivo e di conferire una versione in ordine inverso potrebbe essere un ottimo modo per mettere alla prova l’ipotetico menzognere.

Un altro trucco ingegnoso è chiedere all’intervistato di svolgere contemporaneamente un altro compito secondario. Quest’ultimo andrà ad assorbire energia mentale mentre è intento a fornirci la sua spiegazione. Qualcosa di semplice, come ad esempio lavare i piatti mentre sta parlando, può essere sufficiente per mettere un bugiardo in difficoltà.

I compiti progettati per aumentare il carico cognitivo comprometteranno la capacità dei bugiardi di fornire una dichiarazione veritiera. Questo perché mentire è già un compito più impegnativo“, hanno dichiarato gli autori dello studio.

2. Incoraggiare l’intervistato a raccontare di più

Alcune analisi empiriche suggeriscono che incoraggiare l’intervistato a parlare di più può migliorare il rilevamento dell’inganno. Più dettagli offre un bugiardo, maggiori saranno le probabilità di creare una contraddizione in grado di segnalare un inganno.

Si sostiene che chi dice la verità sarà capace di fornire più informazioni se incoraggiato a farlo, poiché le sue dichiarazioni si baseranno su ricordi reali di un evento. Al contrario, ci si aspetta che i bugiardi trovino difficile questo compito, poiché sarà loro richiesto di fabbricare informazioni più dettagliate sul posto“, hanno scritto i ricercatori svedesi.

3. Fare domande impreviste

I bugiardi sono bravi ad anticipare le domande intese a verificare la veridicità delle loro affermazioni. Per questo motivo spesso preparano dettagli inventati per supportare il loro inganno. Secondo ricerche precedenti, le bugie preparate sono molto più difficili da distinguere dalla verità rispetto alle bugie impreparate.

L’idea di fondo è di cogliere alla sprovvista un bugiardo facendogli domande impreviste ma a cui una persona che dice la verità non avrà difficoltà a rispondere.

Per le domande impreviste, chi racconta la verità dovrebbe fornire più informazioni e risposte più coerenti sia in situazioni di gruppo che di interviste ripetute rispetto a chi mente“, hanno scritto i ricercatori.

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Gli autori della meta-revisione affermano che l’approccio cognitivo sembra essere efficace fintanto che gli osservatori non vengano formati su quali segnali concentrarsi. “Sebbene persistano numerose domande, questo risultato suggerisce percorsi potenzialmente promettenti per questa innovativa area di ricerca sull’inganno“, hanno aggiunto.

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