La regola dei 5 secondi per il cibo caduto per terra funziona davvero?

Purtroppo secondo gli scienziati è infondata e pericolosa

 

La “regola dei 5 secondi” secondo la quale un alimento caduto a terra sarebbe ancora sicuro da consumare se raccolto entro cinque secondi è qualcosa che tutti ci dicono da sempre. Tuttavia questa credenza empirica ha subìto un duro colpo negli ultimi anni, soprattutto in seguito agli studi scientifici che ne hanno dimostrato l’infondatezza e la potenziale pericolosità.

Uno dei primi a mettere in discussione questa credenza è stato un studio condotto vent’anni fa da Jillian Clarke, ricercatrice presso il laboratorio di microbiologia dell’Università dell’Illinois. Clarke riuscì a dimostrare che l’Escherichia coli, un batterio che può causare problemi gastrointestinali, ha molte probabilità di contaminare il cibo non appena entra in contatto con una superficie contaminata. Questo risultato ha smentito l’idea di un “periodo di sicurezza” entro il quale i batteri non inizierebbero a trasferirsi sull’alimento.

Può subentrare anche la salmonella

Successivamente, nel 2006, uno studio ha rivelato che la salmonella può alterare l’integrità di un cibo immediatamente dopo il contatto con la superficie, indipendentemente dalla natura di quest’ultima. Queste scoperte scientifiche evidenziano il rischio immediato di trasferimento batterico e sottolineano la necessità di evitare comportamenti apparentemente innocui ma potenzialmente pericolosi per la sicurezza alimentare.

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Questi studi sono particolarmente rilevanti oggi, in un periodo storico in cui l’allerta per la sicurezza alimentare è alta. La pandemia ha aumentato la consapevolezza sull’importanza di pratiche igieniche adeguate e ha reso chiaro che anche piccoli comportamenti, come consumare cibo caduto a terra, possono comportare rischi per la salute. Pertanto, è fondamentale educare le persone sulla sicurezza alimentare e promuovere comportamenti responsabili per evitare intossicazioni e malattie alimentari. Tutto ciò ha portato a smentire la “regola dei 5 secondi” in quanto obsoleta e non affidabile. È importante adottare pratiche igieniche adeguate e evitare comportamenti che potrebbero aumentare il rischio di contaminazione batterica e malattie alimentari.

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