Fantasmi a Roma, i misteri della Città Eterna

I più celebri fantasmi di Roma raccontati in una passeggiata in centro

 

La nascita di Roma è molto antica, la sua fondazione è stimata al 21 aprile dell’anno 753 a.C. e finora questa città ha visto ben 2771 primavere. Le sue strade trasudano storia in ogni dove, e non ci stiamo riferendo ai semplici fatti di rilevanza culturale che abbiamo studiato nei libri di scuola. La Città Eterna è stata testimone di un’infinità di eventi, anche i più misteriosi. I suoi luoghi più famosi custodiscono alcune tra le leggende più suggestive, e desideriamo raccontarle in un vero e proprio “ghost tour“. Munitevi di Google Maps e sfogliate queste pagine, si va a caccia di spettri.

Messalina

Partiamo dal Colosseo. In questo luogo è possibile avvistare il fantasma di Messalina, la donna più trasgressiva dell’Antica Roma, figlia del console Marco Valerio Messalla Barbato e Domizia Lepida. Si racconta che la fanciulla fosse dotata di un’innata bellezza e che a soli 14 anni fu costretta a sposare il cugino della madre, Claudio, per capriccio dell’imperatore Caligola, più grande di lei di trent’anni, zoppicante e balbuziente. Messalina odiava il suo matrimonio e per questo era solita uscire di notte e mescolarsi tra le prostitute dei bordelli per mero piacere. La giovane arrivò perfino a sfidare le leggi romane quando decise di convolare a nozze in segreto con un suo amante, Gaio Silio. A quel punto il marito e imperatore Claudio ordinò la loro uccisione.

Fu così che un tributo militare catturò Messalina e prima di trafiggerla e ucciderla, le avrebbe afferrato i capelli dicendole:  “Se la tua morte sarà pianta da tutti i tuoi amanti, allora piangerà mezza Roma!“. Secondo la leggenda , da allora il fantasma di Messalina vaga ancora per le vie dov’è stata uccisa, nei pressi di Colle Oppio, esattamente fra il Foro Romano e il Colosseo, ma il suo spirito compare solo a notte fonda, quando la città dorme. Le sue apparizioni furono inizialmente segnalate dai senzatetto, ma in seguito anche altre persone raccontarono di aver visto lo spirito ancora in cerca di una notte di passione.

Fonte: Pixabay

Ma spostiamoci verso Piazza Farnese e facciamo la conoscenza di un altro fantasma molto famoso a Roma:

Il Conte di Cagliostro

Alle spalle di Piazza Farnese, nel vicolo delle Grotte, si aggira fantasma di Giuseppe Balsamo, meglio noto come Conte di Cagliostro, il celebre massone ed alchimista, noto per il suo talento di guaritore, ma soprattutto per essere un abile truffatore. Il Conte di Cagliostro è vissuto nella metà del 1700. Grande appassionato di esoterismo, conobbe sua moglie Lorenza Feliciani in una casa di piacere. I due convolarono a nozze nel 1768 e – per motivi economici – Cagliostro spinse la moglie a proseguire il suo antico mestiere, accompagnandosi con uomini più abbienti. Dopo aver vissuto quasi vent’anni in giro per l’Europa, una volta rientrati a Roma, Lorenza denunciò suo marito nel 1791.

Cagliostro fu arrestato con un’infinità di accuse – tra cui eresia e truffa – e fu condannato all’ergastolo. Passò i suoi ultimi anni nelle segrete della Rocca di San Leo, in una cella senza porte, il cui unico accesso era una botola sul soffitto dal quale fu calato. Si narra che nella notte le strade adiacenti il vicolo delle Grotte rivivano il giorno in cui Lorenza denunciò suo marito: alcune voci raccontano di aver visto una donna con uno scialle aggirarsi per piazza Farnese con fare furtivo, schivo, quasi terrorizzato, per poi dirigersi in vicolo delle Grotte, scomparendo subito dopo aver sentito un agghiacciante urlo: “Lorenza!“.

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Costanza dalla bella mano

Proseguiamo il nostro tour a Piazza Navona. In questo luogo, nei primi anni del 1600, viveva il nipote del cardinale Giandomenico De Cupis, assieme alla sua sposa, Costanza, una fanciulla molto attraente che amava ricamare vicino alla finestra del palazzo di famiglia, in via dell’Anima, il cui retro affaccia sulla famosa piazza romana, situato alla destra della chiesa di Sant’Agnese in Agone. La giovane riceveva moltissimi complimenti per la delicatezza e la bellezza delle sue mani, difatti venne soprannominata come “Costanza dalla bella mano”. Un giorno un artista le chiese di poter fare un calco delle sue mani – usanza tipica del Seicento – e la donna acconsentì. Quella piccola scultura fu messa in mostra nella sua bottega, quando un giorno uno straniero ne ammirò la bellezza e affermò: “se avessi una mano così bella, la taglierei per conservarla così per sempre”. In quel momento, la leggenda narra che Costanza si punse con un ago sotto un unghia.

Quella piccola lesione portò una gravissima infezione alla povera donna che fu costretta a subire l’amputazione della mano. Nonostante il drastico intervento, la giovane morì di setticemia pochi giorni dopo. Da allora si dice che nelle notti di luna piena si possa vedere una pallida mano sulla finestra del palazzo De Cupis che affaccia a Piazza Navona. L’ultimo avvistamento risale agli anni Venti, quando un bambino accompagnato dal nonno non smetteva di salutare verso la finestra tanto amata da Costanza.

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È il momento di andare a pagina 2 e fare una passeggiata fino a Ponte Sant’Angelo, per conoscere la storia di Beatrice Cenci.

Beatrice Cenci

Beatrice Cenci è il fantasma più famoso di Roma. Si dice che ogni anno – nella notte tra il 10 e l’11 settembre – sia possibile vedere il suo spirito vagare su Ponte Sant’Angelo, luogo e data in cui la povera fanciulla ha incontrato la morte. La sua storia è molto triste: Beatrice Cenci era figlia di Francesco Cenci, nobile romano vissuto nella seconda metà del 1500. Uomo orribile, fece subire all’allora quindicenne Beatrice gli abusi più indicibili per molti anni. Arrivò a rinchiudere la fanciulla nel castello del Cicolano, assieme alla sua seconda moglie. All’età di 22 anni, Beatrice – esasperata dalle continue sevizie – chiese aiuto ai suoi fratelli per uccidere il padre. Il 9 settembre del 1598 la famiglia organizzò l’omicidio piantando un chiodo nel cranio di Francesco Cenci, sorprendendolo nel sonno.

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Gettarono il corpo nell’orto e giustificarono le lenzuola sporche di sangue con il ciclo mestruale di Beatrice. Sfortunatamente, le indagini portarono alla verità. Sia i fratelli, sia Beatrice furono arrestati, torturati e condannati a morte per l’omicidio commesso. La fanciulla fu condannata alla decapitazione nella piazza di Castel Sant’Angelo. Da quel giorno, ogni anniversario, l’anima triste e inquieta di Beatrice Cenci si rivela sul ponte Sant’Angelo. Sembra che la giovane vaghi malinconica vestita in abito turchese, un mantello argentato sulle spalle e con la testa mozzata tra le mani.

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Salutata la triste Beatrice, possiamo dirigerci verso Piazza San Pietro. 

Giulio Cesare

La piazza simbolo del Cattolicesimo per antonomasia, ospita lo spettro di Giulio Cesare che, di tanto in tanto, si aggira proprio nei pressi di Piazza San Pietro. Prima di diventare la sede della Basilica più famosa al mondo, in questa zona sorgeva il Circo di Nerone, destinato ai tipici combattimenti tra i gladiatori e voluto dall’imperatore Caligola.

Al centro del Circo, vi era un obelisco egiziano di granito rosso, che tendeva a sgretolarsi. Ad oggi possiamo ammirare solo 25 dei suoi 52 metri originari d’altezza. Sulla sua cima, era posto un globo dorato, all’interno del quale si diceva che fossero custodite le ceneri e l’anima di Giulio Cesare. Verso la fine del 1500, Papa Sisto V ordinò di aprire il globo e sostituirlo con un crocifisso. Al suo interno non trovò nulla, ma si racconta che da quel momento l’anima di Cesare fu finalmente libera di vagare per le vie della sua amata Roma, partendo dal luogo in cui fu liberato dopo secoli.

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Terminiamo il tour dirigendoci sul Ponte Sisto, per conoscere le gesta di Donna Olimpia Maidalchini.

Donna Olimpia Maidalchini

Fu una delle figure più chiacchierate della storia di Roma nel XVII secolo. Figlia del capitano Sforza Maidalchini, appaltatore viterbese, Olimpia riuscì a rifiutare il velo monacale imposto dalla sua famiglia e si sposò giovanissima con il facoltoso borghese Paolo Nini. L’uomo la lasciò vedova e ricca dopo soli tre anni. Legandosi in seconde nozze con Pamphilio Pamphili, riuscì ad entrare nella nobiltà romana. Inoltre, con l’elezione pontificia del cognato Giovanni Battista Pamphili, acquisì una ricchezza e un’influenza tale da guadagnarsi il soprannome ironico di “papessa“.

Ancora molto giovane e piuttosto avvenente, Olimpia imparò fin da subito l’arte dell’avidità e l’abilità nel gestire le sue ricchezze. Poco amata dal popolo romano, molti credettero che fu responsabile della morte del suo secondo marito Pamphilio nel 1639. In seguito, Olimpia ricevette dal cognato papa Innocenzo X il titolo di di principessa di San Martino al Cimino nel 1645. Alla morte del papa, il 7 gennaio 1655, la leggenda vuole che Olimpia prese due casse piene d’oro da sotto il letto papale e si ritirò nella sua tenuta. Rimase lì fino alla sua morte, avvenuta a causa della peste nel 1657. Da allora, ogni notte del 7 gennaio una carrozza infuocata corre da Piazza Navona a Ponte Sisto. In molti credono che chi si imbatte nello spirito di Donna Olimpia possa avere vita breve. Alcune persone che si sono trovate sul Ponte Sisto nella notte maledetta hanno affermato di udire le ruote di una carrozza e la risata diabolica della nobildonna tanto detestata dagli abitanti di Roma.

Fonte: Pixabay

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