Quale potrebbe essere il ruolo dell’IA in un conflitto bellico?

IA e guerra: come verrebbero usate le nuove tecnologie?

 

Alla luce degli eventi bellici più recenti, la paura dello scoppio di una nuova guerra mondiale si fa sempre più pervasiva. Nel corso del tempo, la tecnologia ha fatto passi da gigante, consentendoci di tagliare traguardi considerati impossibili. Questi progressi, però, potrebbero finire per costituire una minaccia. Gli esperti, infatti, temono che l’intelligenza artificiale potrebbe essere impiegata nei conflitti bellici, con conseguenze ancora poco comprese, ma di portata potenzialmente devastante.

Secondo il recente rapporto pubblicato dal SIPRI (Stockholm International Peace Research Institute), infatti, gli stati potrebbero integrare l’IA nei sistemi di gestione degli armamenti nucleari. Sempre più governi stanno valutando di servirsi dell’intelligenza artificiale nei protocolli decisionali in caso di attacco, demandando agli algoritmi la responsabilità di decidere. Il motivo è che l’intelligenza artificiale sarebbe in grado di garantire tempi di risposta rapidissimi e una capacità di analisi dei dati superiore a quella umana. Il rischio, però, è dietro l’angolo: proprio l’automatizzazione di questo processo potrebbe ridurre drasticamente elementi decisionali fondamentali in situazioni di emergenza, come la prudenza e il ragionamento critico.

L’incredibile storia del colonnello Petrov

Dan Smith, direttore del SIPRI, non ha usato mezzi termini per esprimere la sua preoccupazione: “Semmai la decisione di lanciare armi nucleari sarà interamente affidata a una macchina, ci troveremmo davvero a un passo dall’apocalisse”.

Non si tratta affatto di un’ipotesi remota. Basti ricordare quando, nel 1983, il sistema sovietico segnalò per errore un attacco americano. Il colonnello Petrov, intuendo che si trattasse di un falso allarme, evitò la risposta automatica all’inesistente offensiva, risparmiando all’intera popolazione mondiale conseguenze disastrose.

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L’adozione dell’IA e il rimpiazzo degli esseri umani in questo delicatissimo ruolo, però, non garantirebbe altrettanta lucidità, sangue freddo e capacità di analisi. In caso di dati incompleti, corrotti o male interpretati, che potrebbero segnalare minacce inesistenti, si scatenerebbero conflitti nucleari dagli effetti irreversibili.

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