I posti migliori per sopravvivere all’apocalisse nucleare

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I posti migliori per sopravvivere all’apocalisse nucleare

| 26/08/2023
Fonte: Pexels

Cosa succederebbe in caso di apocalisse nucleare e dove rifugiarsi

  • Secondo uno studio dei ricercatori della Rutgers, alcuni Paesi sopravvivrebbero meglio ad un’apocalisse nucleare
  • Una guerra nucleare tra Stati Uniti e Russia provocherebbe la morte di cinque miliardi di persone
  • Molti dei decessi non sarebbero causati dalle radiazioni, ma dalla fame
  • Ciò non accadrebbe in posti come la Nuova Zelanda e l’Australia
  • Queste coltivano infatti percentuali più elevate di colture più resistenti, come il grano, e hanno popolazioni più piccole

 

Nell’eventualità del peggior incubo di tutti, un’apocalisse nucleare, alcuni Paesi del mondo riuscirebbero a sopravvivere molto meglio di altri, anche grazie al tipo di cibo che producono. Secondo un nuovo studio, una guerra nucleare tra Stati Uniti e Russia provocherebbe infatti la morte di cinque miliardi di persone. Molti dei decessi non sarebbero causati dalle radiazioni, ma piuttosto dalla fame, in quanto le persone cercherebbero di procurarsi il cibo che però andrebbe a scarseggiare. L’inverno nucleare, creato lanciando un paio di testate dell’apocalisse in ogni direzione, porterebbe a un numero di morti negli anni successivi di gran lunga superiore a quello della guerra stessa.

I punti caldi, come Germania, Francia, Cina, Regno Unito e Stati Uniti, verrebbero appiattiti dai combattimenti. Ma oltre a questo, i ricercatori della Rutgers ritengono che la maggior parte delle persone in tutto il mondo morirebbe entro la fine del secondo anno. Non per tutti però, come detto, sarebbe cosi. Alcuni luoghi, infatti, non avrebbero questi problemi in quanto sarebbero totalmente estranei al conflitto. Stiamo parlando ad esempio di posti come la Nuova Zelanda e l’Australia. Mentre il commercio internazionale si prosciugherebbe e il bestiame rischierebbe di soffrire, in questi Paesi si prevedono meno morti. Ciò è dovuto in gran parte al fatto che coltivano percentuali più elevate di colture più resistenti, come il grano, e hanno popolazioni più piccole.

L’allarme dei ricercatori: “Bisogna evitare questo scenario ad ogni costo”

Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature Food, ha sostenuto dunque che se questo scenario dovesse verificarsi, “l’Australia e la Nuova Zelanda probabilmente vedrebbero un afflusso di rifugiati dall’Asia e da altri Paesi che vivono in condizioni di insicurezza alimentare”. Anche Panama, Paraguay e Haiti dovrebbero cavarsela meglio della maggior parte dei Paesi del mondo. L’esito terrificante di tale orribile violenza ha comunque lasciato agli autori dello studio un messaggio chiaro.

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Abbiamo rilevato che, a prescindere dalle dimensioni di una guerra nucleare, l’approvvigionamento alimentare mondiale ne risentirebbe pesantemente. Una guerra nucleare tra India e Pakistan, la possibilità più piccola esaminata dall’analisi, ha visto una diminuzione del 7% della produzione alimentare mondiale. Una guerra di vaste proporzioni tra Stati Uniti e Russia ha fatto invece registrare una spaventosa percentuale del 90%. I dati dunque ci dicono una cosa: dobbiamo evitare che una guerra nucleare si verifichi” ha dichiarato il professore di scienze climatiche e coautore dello studio Alan Robock.

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