Fonte: Commenti Memorabili
Quando la routine si mette in mezzo, anche le coppie più affiatate rischiano di perdere il contatto. È quello che stava accadendo a Rea Frey e Alex Holguin, due americani con 15 anni di matrimonio, una figlia e una vita fatta di impegni, lavoro e corse contro il tempo. Così, invece di insistere a tutti i costi, hanno scelto la pausa. Non una pausa di riflessione, ma una vera e propria sospensione della vicinanza, durata sei mesi.
Una decisione che a molti potrebbe sembrare un azzardo, ma per loro è stata una rivelazione. Hanno smesso di dormire insieme, hanno messo in pausa ogni tipo di aspettativa fisica, e si sono concentrati su gesti affettuosi, conversazioni profonde, serate rilassate e momenti di complicità non legati alla camera da letto.
Durante questo periodo, Rea – scrittrice bestseller – e Alex – esperto di respirazione – hanno riscoperto il piacere delle piccole cose: una passeggiata senza telefono, una cena cucinata insieme, una meditazione condivisa. Senza la pressione di dover dimostrare nulla, il legame tra loro è cresciuto in modo spontaneo, naturale e più autentico.
La decisione di dormire separati ha fatto la sua parte: più riposo, meno irritazioni quotidiane e un senso di autonomia che ha migliorato anche la comunicazione. Secondo Rea, all’inizio è stato quasi liberatorio: un modo per ritrovare se stessa, i suoi spazi e il proprio corpo. Una pausa che non ha allontanato, ma ha portato a una maggiore vicinanza emotiva.
Poi, a gennaio, dopo sei mesi di calma assoluta, è arrivato il momento di ritrovarsi. Nessuna fretta, nessuna attesa programmata, solo un incontro naturale, nato da un desiderio condiviso. E quello che è accaduto li ha lasciati entrambi sorpresi: due ore passate tra carezze, risate, contatto e presenza totale. Non è stata una prestazione da record, ma una vera immersione l’uno nell’altra.
Per usare le loro parole, è stato come tornare adolescenti. Ma con qualcosa in più: la consapevolezza. Dopo anni passati insieme, hanno scoperto un nuovo modo di stare vicini. Più profondo, più emotivo, più lento. E soprattutto più soddisfacente. Non servono ritmi frenetici per sentirsi uniti: serve tempo, ascolto e il coraggio di rimettere tutto in discussione.
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Oggi Rea e Alex continuano a dormire in camere diverse. Una scelta che non è sinonimo di distanza, ma di rispetto degli spazi personali. E quando decidono di vivere un momento di intimità, lo fanno in modo più presente e libero da ogni pressione. Non si tratta di quantità, ma di qualità. Questa esperienza ha insegnato loro che a volte per ritrovarsi bisogna prima fermarsi. Non tutto deve ruotare attorno all’abitudine, e l’intimità può assumere forme diverse, anche inaspettate. Basta volerlo, e avere il coraggio di mettere in pausa il pilota automatico.
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