Situazioni da evitare

Mentre scrivo queste righe il mio corpo non sta zitto: mi scendono le lacrime, mi si torce lo stomaco, la mascella serrata. Ma io lo ascolto, come mi hanno insegnato nella mindfulness. Ascolto e accolgo tutte le emozioni, e scrivo, per buttarle tutte fuori e trovare una forma, un posto diverso, che non sia il mio cuore. Sono arrabbiata perché ci sono cascata: mi sono messa con una persona che mi svalutava, mi maltrattava, anche se non fisicamente, psicologicamente. E anche quella è violenza ragazze… ma io avevo voluto ignorare i campanelli d’allarme, perché lui riusciva a manipolarmi benissimo. Dopo un eccesso di ira e di insulti ritornava sempre ad essere gentile, premuroso, carino. Non convivevamo da molto, anzi da pochissimo tempo. Ero andata io a casa sua. Ma quello che prima, vedendoci un numero limitato di volte a settimana, sembrava in apparenza un difetto trascurabile, o quanto meno migliorabile, è diventato poi una cosa più grossa. Comunque avevo deciso di dargli ancora tempo, per cambiare. Che stupida direte! Be’, è vero. Però poi sono tornata in me stessa, in un attimo. Sono ritornata lucida e ho “spezzato la maledizione”, perché è vero che le donne non saranno perfette, ma è anche vero che ci sono uomini che bisogna assolutamente evitare.

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La nostra fan ha voluto condividere con grande forza e sincerità un momento profondamente doloroso e trasformativo della sua vita. Racconta che, mentre scrive, il corpo le parla attraverso lacrime, tensione e dolore fisico, ma grazie alla mindfulness ha imparato ad ascoltare e accogliere ogni emozione, permettendole così di trovare uno spazio diverso da quello del cuore.

Si dice arrabbiata con sé stessa per essere caduta nella trappola di una relazione tossica, iniziata con speranze e fiducia, ma presto degenerata in un susseguirsi di svalutazioni e maltrattamenti psicologici. Tiene a sottolineare che anche la violenza emotiva è una forma reale e pericolosa di abuso, spesso più difficile da riconoscere perché non lascia segni visibili sul corpo, ma cicatrici profonde nell’anima.

Il partner, racconta, era abile nel manipolarla: dopo ogni episodio di rabbia, insulti o umiliazione, tornava a mostrarsi gentile e premuroso. Un ciclo che l’ha tenuta legata nella speranza che le cose potessero cambiare. La convivenza, iniziata da poco, ha accelerato la presa di coscienza. Quelli che prima sembravano solo piccoli difetti, col tempo sono diventati aspetti insostenibili della quotidianità.

Nonostante tutto, aveva deciso di concedergli altro tempo, nella speranza di un cambiamento che però non è mai arrivato. Riconosce oggi quanto fosse illusorio quel pensiero e quanto, nel profondo, si sia sentita “stupida” per non essersi fermata prima. Ma poi è successo qualcosa: ha avuto un momento di lucidità, una presa di coscienza netta e decisa. Ha spezzato quella che definisce “la maledizione” e ha ritrovato sé stessa.

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