Il partner, racconta, era abile nel manipolarla: dopo ogni episodio di rabbia, insulti o umiliazione, tornava a mostrarsi gentile e premuroso. Un ciclo che l’ha tenuta legata nella speranza che le cose potessero cambiare. La convivenza, iniziata da poco, ha accelerato la presa di coscienza. Quelli che prima sembravano solo piccoli difetti, col tempo sono diventati aspetti insostenibili della quotidianità.
Nonostante tutto, aveva deciso di concedergli altro tempo, nella speranza di un cambiamento che però non è mai arrivato. Riconosce oggi quanto fosse illusorio quel pensiero e quanto, nel profondo, si sia sentita “stupida” per non essersi fermata prima. Ma poi è successo qualcosa: ha avuto un momento di lucidità, una presa di coscienza netta e decisa. Ha spezzato quella che definisce “la maledizione” e ha ritrovato sé stessa.