Skinvertising: lo strano fenomeno dei “tatuaggi pubblicitari”

Marketing estremo: la pelle come spazio pubblicitario

 

Avete mai sentito parlare del fenomeno noto come skinvertising? Questa parola, proveniente dall’inglese, è composta dal termine skin, che significa pelle, e advertising, che significa pubblicità. Ebbene sì, per quanto assurdo possa sembrare, l’espressione fa proprio riferimento alla pratica estrema di impiegare la propria cute come un vero e proprio spazio pubblicitario, per promuovere prodotti e servizi in cambio di denaro.

Se pensate che nessuno sia disposto a sottoporsi a una procedura di marketing tanto pervasiva, vi sbagliate di grosso. Il primo esempio di “cartello pubblicitario” in carne ed ossa è stato Jim Nelson, che nel 2003 si fece tatuare il logo di una società di web hosting sulla nuca in cambio di poco meno di 6.500 euro. Due anni dopo, Karolyne Smith mise all’asta su eBay la sua fronte come piattaforma pubblicitaria, che fu vinta da una società di casinò online per 10.000 euro. La particolare forma di skinvertising, estremamente aggressiva in virtù della location del tatuaggio, assunse il nome di foreheAD, ovvero “pubblicità in fronte”.

I casi più recenti di skinvertising

Non mancano esempi più recenti di tatuaggi pubblicitari. È questo il caso della strategia di marketing della nota catena di pizzerie Domino’s, che nel 2018 ha lanciato un contest promettendo a tutti coloro che si fossero tatuati il logo del proprio brand una fornitura di 100 pizze l’anno per 100 anni.

Nelle intenzioni originarie dell’azienda, la promozione sarebbe dovuta durare due mesi. Invece, dopo appena quattro giorni il contest è stato sospeso. Il motivo? Il numero di adesioni era talmente elevato che rischiava di far crollare le finanze della società. Analoga iniziativa è stata portata avanti dal marchio di sandwich Subway, che nel 2022, in occasione del lancio di un nuovo menù, ha offerto panini gratis per un mese, un anno o addirittura tutta la vita ai propri consumatori.

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Cosa è stato chiesto loro in cambio? Tatuarsi il logo del menù, ovviamente. A vincere il primo premio è stato James Kunz del Colorado che si è guadagnato sandwich gratuiti a vita grazie a un tattoo di ben 30 centimetri x 30. E voi, usereste la vostra pelle come spazio pubblicitario in cambio di denaro o altri tipi di compenso?

 

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