Sorprese

Mi chiamo Elisabetta e sono mamma di una bellissima bambina di tre anni, Gaia. Insieme alle cose belle che ti porta essere genitore, purtroppo da mamma ho sperimentato anche cose meno piacevoli. Da quando ho Gaia infatti ho avuto enormi difficoltà a farmi assumere da qualche parte. Appena ai colloqui sentivano che ho una bambina piccola, non mi richiamavano più, e mi chiedevano se avessi intenzione di avere altri figli. Mio marito invece fino ad oggi non ha avuto certezze lavorative, in quanto gli hanno rinnovato il contratto anno per anno, creandoci molta incertezza e non poche difficoltà nel progettare la nostra vita. Siccome non avevo niente da perdere, ho deciso di riprendere in mano un’attività che ho imparato a fare tanti anni fa, grazie ad una lunga tradizione di famiglia: quella di sarta. Sono anche brava, come lo erano mia mamma e mia nonna, quindi mi sono buttata, mi son detta “tanto vale provarci”. Dopo un momento di rodaggio sono riuscita a far conoscere qualche mia creazione e venderla, e adesso ho perfino un giro di clienti, che sembra stabile. Solo che ho bisogno di dedicarmi con più costanza al tutto, ed stato molto difficile perché fino a questo momento non abbiamo avuto soldi per una baby sitter (né per molte altre cose). La chat che vi mando rappresenta per noi il momento più buio che precede l’alba… eravamo così disperati da voler chiedere un prestito ai genitori di mio marito, ma loro sono persone davvero problematiche (e sono state anche cattive in molte occasioni). La vita però può anche migliorare, e per questo voglio mandare la chat, per dire a tutti quelli che si trovano in un momento di difficoltà, di non demordere! La ruota gira per tutti.

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La nostra fan, Elisabetta, è mamma di una splendida bambina di tre anni, Gaia. Con grande sincerità, racconta come la maternità, pur rappresentando la gioia più grande della sua vita, abbia comportato anche una lunga serie di ostacoli e discriminazioni, in particolare nel mondo del lavoro. Ogni volta che si presentava a un colloquio e menzionava la presenza di una figlia piccola, il processo si interrompeva: nessuna chiamata, solo domande indiscrete sulle sue intenzioni future, come se avere altri figli fosse un impedimento anziché una scelta personale.

In parallelo, la situazione del marito non ha offerto maggiore stabilità. Contratti a tempo determinato, rinnovati di anno in anno, hanno reso difficile fare progetti concreti per il futuro. Una precarietà che, unita alle spese quotidiane, ha messo a dura prova il loro equilibrio familiare.

Di fronte a queste difficoltà, la nostra amica ha deciso di non arrendersi. Forte della tradizione familiare, ha rispolverato un mestiere antico ma sempre prezioso: quello della sarta. Un’arte che ha imparato da sua madre e da sua nonna, e in cui si è sempre distinta per talento e dedizione. Con coraggio ha deciso di provarci, iniziando a creare e vendere i propri capi. Dopo una fase iniziale di rodaggio, il passaparola ha cominciato a dare i suoi frutti: sono arrivati i primi clienti, e con essi una piccola ma preziosa stabilità.

Tuttavia, per far crescere davvero la propria attività, Elisabetta ha bisogno di più tempo da dedicare al lavoro, e questo significa trovare qualcuno che si occupi di Gaia almeno per alcune ore al giorno. Ma la mancanza di fondi ha reso impossibile permettersi una baby sitter. Il momento più difficile è arrivato quando lei e il marito, disperati, hanno valutato l’idea di chiedere un prestito ai genitori di lui. Una scelta dolorosa, soprattutto considerando i rapporti tesi con loro, che in passato si sono spesso dimostrati poco disponibili e persino crudeli.

La conversazione che ha deciso di condividere con Commenti Memorabili rappresenta proprio quell’istante fragile e drammatico che, come scrive lei, precede l’alba. Un momento che ha segnato il punto più basso, ma anche quello in cui ha trovato la forza per guardare avanti. Perché, come sottolinea con determinazione, la ruota può davvero girare per tutti. E la speranza non va mai persa.

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