Fonte: Wikipedia
C’è chi ha passato mesi a scegliere tra Maldive, Caraibi o Indonesia per trovare il mare perfetto. Poi è arrivata una notizia che ha spazzato via ogni dubbio: nel 2025, la spiaggia più bella del mondo si è trovata in Sardegna. Cala Goloritzè ha vinto su tutte, piazzandosi al primo posto nella classifica internazionale stilata da World’s 50 Best Beaches. Migliaia di esperti del settore turistico hanno votato, e a sorpresa (ma neanche troppo), ha trionfato il Belpaese.
Cala Goloritzè si è distinta per la sua bellezza selvaggia, ma anche per le misure rigorose che l’hanno protetta dall’assalto del turismo di massa. Per chi non fosse pratico, non si può arrivare in macchina, né tantomeno in barca. Serve camminare lungo un sentiero di 3.700 metri con un dislivello di 500 metri per guadagnarsi il tuffo nelle sue acque limpide. Un modo efficace per scoraggiare chi pensava di arrivare con le infradito e la sdraio pieghevole.
Dal 1995 questa spiaggia è entrata nel patrimonio UNESCO. Non solo: per proteggerla, si è deciso di limitare gli accessi a soli 250 visitatori al giorno. Le imbarcazioni? Obbligate a fermarsi ad almeno 200 metri dalla riva. L’unica alternativa resta nuotare oppure affrontare il sentiero come se fosse una via crucis balneare, ma con vista mozzafiato. E per chi si stesse chiedendo se tutto questo sforzo valga il prezzo, l’ingresso ha avuto un costo di 7 euro. Praticamente meno di un aperitivo vista mare.
La combinazione tra acque trasparenti, scogliere calcaree e un pinnacolo di 143 metri ha convinto i giudici. Un’esperienza visiva che ha fatto sembrare le più blasonate spiagge esotiche come delle piscine comunali affollate. E, cosa più rara di un posto a sedere sull’aliscafo di agosto, Cala Goloritzè è riuscita a preservarsi nel tempo grazie alla sua “inospitalità strategica”.
Nella classifica mondiale, al secondo posto si è posizionata Entalula Beach nelle Filippine, seguita da Bang Bao in Thailandia. Non male, ma non abbastanza. Cala Goloritzè ha sbaragliato la concorrenza grazie alla sua autenticità e al paesaggio che ha lasciato senza parole più di un influencer (evento raro). L’altra italiana in lista? La Pelosa, in Sardegna anche lei, al cinquantesimo posto. Come dire: quando il mare è di casa, non serve volare lontano.
Anche le spiagge europee hanno fatto la loro parte: Grecia, Spagna, Irlanda e Francia si sono fatte notare, ma l’Italia ha piazzato il colpo da maestro. Il turismo nostrano non ha avuto bisogno di palme finte o sabbia importata. Bastava proteggere quel che già c’era.
Il successo di Cala Goloritzè non è solo un motivo d’orgoglio, ma anche un esempio per tutte le località balneari. L’accesso limitato, le regole stringenti e la tutela dell’ambiente hanno mostrato che si può conciliare la bellezza con il rispetto della natura. Un modello da imitare, se si vuole evitare che le spiagge si trasformino in luna park acquatici.
Nel frattempo, i viaggiatori più accorti hanno già iniziato a prenotare il trekking. Perché mentre altri cercano il paradiso a 10.000 chilometri di distanza, Cala Goloritzè ha ricordato a tutti che a volte il meglio si trova dietro casa, tra una scogliera bianca e un tuffo azzurro. E se per una volta il biglietto aereo resta inutilizzato, tanto meglio per le tasche. E per il mare.
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E per i più curiosi, ecco anche la classifica completa
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