La storia della tomba di Beit She’arim: maledirebbe chiunque provi ad entrare al suo interno

Sulla lapide è incisa una frase che prometterebbe una maledizione a chiunque provi a mettere piede nel sepolcro

 

Le tombe sono da sempre uno dei luoghi più macabri e misteriosi di tutti i tempi. Per i più deboli di cuore, poi, trovarvi sopra delle scritte riportanti una terrificante maledizione potrebbe essere un’esperienza davvero spaventosa.

In Galilea, all’interno della necropoli di Beit She’arim (tra l’Israele del Nord ed il Sud del Libano), è stato rinvenuto un sepolcro la cui lapide, risalente a 1.800 anni fa, riporterebbe una frase raccapricciante incisa sulla roccia.

Secondo gli archeologi, l’espressione maledirebbe chiunque osi mettere piede all’interno della tomba. L’autore di tale opera sarebbe un ex convertito al giudaismo di origine ebraica di nome Jacob. Questa è la prima lapide trovata nel sito a confermare esplicitamente tale teoria.

Iokobos [Jacob] giura su sé stesso che chiunque aprirà questa tomba sarà maledetto“, si legge sulla lapide. Secondo Jonathan Price, docente presso l’Università di Tel Aviv, “questo è un messaggio strano e scritto dallo stesso Jacob in greco idiosincratico“.

Il mistero del numero “60”

La lastra di pietra comprende otto righe che terminano con le parole: “Yaakov Ha’Ger giura di maledire chiunque voglia aprire questa tomba, quindi nessuno la aprirà. 60 anni“.

Secondo gli studiosi, il “60” è stato aggiunto in un secondo momento da qualcun altro a causa della diversa calligrafia. Con ogni probabilità, questo numero si riferisce all’età dell’autore.

La scritta risale al periodo tardo romano o primo bizantino, in cui il cristianesimo si rafforzò. Qui troviamo prove che all’epoca c’erano ancora persone che scelsero di unirsi al popolo ebraico“, ha affermato il prof. Adi Erlich dello Zinman Institute of Archaeology e della School of Archaeology dell’Università di Haifa nonché direttore degli scavi di Beit She’arim.

Dopo attente anali, si è constatato che il messaggio non fu scritto con del sangue ma con della semplice vernice scarlatta.

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La scoperta, avvenuta un anno e mezzo fa, è stata presentata dalla Northern Conference, dall’Università di Haifa e dalla regione settentrionale dell’Israel Antiquities Authority.

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