Fonte: Pexels
Cantare a squarciagola un grande classico del pop può liberare dallo stress, ma pare che non liberi affatto dai rischi. Una donna della provincia di Zhejiang, in Cina, ha raccontato su Douyin la sua esperienza con l’herpes simplex virus di tipo 1, più noto come HSV-1, che avrebbe contratto dopo una semplice – e apparentemente innocua – serata in un karaoke lounge.
La protagonista della vicenda, oggi quarantanovenne, ha ricostruito come nel 2017, presa dall’entusiasmo del momento, abbia afferrato il microfono e l’abbia avvicinato troppo alla bocca. Da lì, secondo il suo racconto, sarebbe cominciato tutto: qualche giorno dopo l’esibizione, sono comparse delle piccole vescicole intorno alle labbra, dolorose e fastidiose. In un primo momento, ha sottovalutato il problema, pensando a un’irritazione passeggera.
Tuttavia, nel giro di poco tempo, le lesioni si sono ripresentate. È stato allora che si è rivolta a un medico, il quale ha diagnosticato la presenza del virus HSV-1, responsabile dell’herpes labiale. L’infezione, come noto, resta per tutta la vita e si manifesta in modo ciclico, specie in periodi di stress o con un abbassamento delle difese immunitarie.
La donna, ormai convivente forzata del virus da otto anni, ha spiegato: “Devo portarmi dietro questo virus per sempre, non esiste un farmaco che lo curi. Solo farmaci per alleviare il dolore, ma i sintomi tornano”. Una situazione che ha raccontato con amarezza, e che ha rapidamente attirato l’attenzione degli utenti di Douyin, scatenando commenti, condivisioni e riflessioni sulla sicurezza degli oggetti di uso comune.
Il racconto, diventato virale in poche ore, ha sollevato un interrogativo tutt’altro che banale: è davvero possibile infettarsi di herpes solo toccando un microfono usato da altri? Gli esperti in dermatologia non hanno ancora confermato ufficialmente la dinamica, anche se la trasmissione del virus per contatto con superfici contaminate è ritenuta possibile, seppur rara.
Il virus HSV-1 si trasmette principalmente tramite contatto diretto con una lesione infetta. Tuttavia, oggetti contaminati, come asciugamani, posate o, appunto, microfoni, possono teoricamente fungere da veicolo se il contatto avviene in modo prolungato o ravvicinato. In questo caso, il contatto con il microfono sarebbe stato molto stretto, facilitando forse la trasmissione.
Il caso ha avuto una forte eco in rete anche perché mostra come la salute possa essere compromessa da gesti comuni e ambienti apparentemente innocui. Nessuno penserebbe di uscire da un karaoke con un virus a lungo termine, eppure è quanto accaduto – almeno secondo la versione della donna – con un semplice microfono da condividere.
In molti hanno commentato ironicamente la vicenda, suggerendo che d’ora in poi porteranno il proprio microfono personale da casa. Altri, più seriamente, hanno posto l’accento sulla necessità di maggiore igiene nei locali pubblici, soprattutto in quelli che prevedono l’utilizzo promiscuo di oggetti a contatto con il viso.
Un dettaglio curioso riguarda il fatto che la donna ha iniziato a sviluppare i sintomi anche sulle guance nell’ultimo anno, sintomo che ha accentuato ulteriormente il disagio. Sebbene i medici non abbiano confermato il legame diretto tra l’evento e il contagio, il suo racconto ha comunque acceso i riflettori su un aspetto poco considerato dell’igiene pubblica.
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Alla fine la morale della storia sembra chiara: se proprio si vuole dare sfogo al proprio talento musicale in un karaoke, meglio non avvicinare troppo il microfono al viso. E se si hanno dubbi sull’igiene del dispositivo, una salvietta disinfettante può diventare l’alleata ideale. La protagonista ha dimostrato che anche un gesto banale può avere conseguenze durature. E ha ricordato a tutti, tra una nota e l’altra, che la prevenzione non è mai fuori tono.
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