Vivere con un pitbull: decalogo semiserio per donne

Ossia di pitbull, persone e pregiudizi

 

Vivere con un pitbull dal punto di vista di una donna: abbiamo raccolto una confessione semiseria, che si è trasformata in un decalogo di considerazioni e cose da sapere, prima, durante e dopo l’adozione. Agganciate i guinzagli e stringete le pettorine, si comincia.

1) Non è un cane, è un pitbull. O meglio, è un cane finché scodinzola e gioca, poi se non si comporta come ci aspetterebbe, qualunque cosa significhi per l’umano di turno, diventa un pitbull.

2) Sei debole/fragile: una donna non può vivere con un pitbull o con un cane di grossa taglia. “E se non riesci a trattenerlo?”. Ammesso e non concesso che il cane sia di grossa taglia (e non lo è) e che la donna sia così piccola e fragile. Perché va trattenuto? Non è un fiume in piena, è un cane, per Cerbero.

Grosso e nero

3) Un’altra cosa che si impara nel vivere con un pitbull è che il nero va bene su tutto, ma non sul pelo. Perché il nero è sempre cattivo. Vero Batman?

4) Preparatevi a rispondere a domande e curiosità di ogni sorta: “perché non hai scelto un cane più piccolo?” Perché, senza offesa per nessuno, non a tutti piacciono i cani piccoli. Senza nulla togliere, è una questione di pelle (anzi, di pelo).

5) Razza e pregiudizio: andrete a spasso con un potenziale assassino “geneticamente assetato di sangue”. Nel caso specifico, pare che il cucciolone non abbia mai assaggiato una bistecca e, per ora, nemmeno sangue umano. Lui.

6) O li odi o li ami. Non capita con tutti i cani, ma succede a chiunque decida di vivere con un pitbull. Con molti altri quadrupedi si può passeggiare serenamente badando e pensando ai fatti propri, in questo caso no. Dal “ma posso accarezzarlo, veroooooo?!?!” a chi si getta su una strada per evitare la temibile coppia donna+cane nero, viene da chiedersi se le mezze misure abbiano seguito in vacanza le mezze stagioni. Risposta: sì.

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Razza e pregiudizio II

7) Segue da sopra: se lo posso accarezzare è buono, altrimenti è cattivo. Ora, bipedi, parliamoci chiaro: magari all’umana in questione la confidenza degli estranei non fa impazzire. Se invece sono un cane, non mi conosci e pretendi di accarezzarmi/toccarmi o accetti anche la mia risposta, che può essere un salto verso/su di te perché ho voglia di giocare, o niente. Nel dubbio facciamo niente, dunque?

8) Siamo tutti allevatori. “Ma è puro? Perché a me sembra più un…” (completare con amstaff, stafforshire, carlino, ornitorinco, oh chihuahua). La purezza è molto interessante se si parla di vino, o di acqua, tuttalpiù. Non di quadrupedi, a parere di chi ci ha raccontato questa storia. Citiamo letteralmente: “Non conosco nemmeno il mio di albero genealogico, pazienza se non conosco quello dell’amico cane. Tanto alle gare di bellezza/purezza/agilità non ci andiamo. Gli farei fare brutta figura”.

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9) Ma se ti morde? Se deciderai di vivere con un pitbull, sappi che correrai tutti i giorni il rischio di essere morsa, strappata, trascinata per casa e lacerata in mille pezzi. Ma solo se sei una ciabatta.

10) “Lascia dir le genti” (scusi, sommo Dante): non è strafottenza, è un sano istinto di sopravvivenza, che fa rispondere nel migliore dei casi con uno spiazzante sorriso. Provatelo: funziona. Di qualunque razza siate.

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