Quando il cibo finto fatto con l’intelligenza artificiale fa paura: ci mette a disagio

Commenti Memorabili CM

Quando il cibo finto fatto con l’intelligenza artificiale fa paura: ci mette a disagio

| 04/06/2025

Cibo generato con intelligenza artificiale: buono per gli algoritmi, meno per noi

  • Uno studio ha analizzato le reazioni alle immagini di cibo generate con intelligenza artificiale
  • Le immagini quasi realistiche sono risultate le più inquietanti per i partecipanti
  • La neofobia alimentare influenza la percezione delle immagini AI imperfette
  • Le persone con BMI più alto sembrano gradire maggiormente queste immagini
  • L’effetto “valle del perturbante” potrebbe spiegare il disagio visivo provocato

 

L’intelligenza artificiale può scrivere poesie, creare paesaggi mozzafiato e persino farci credere che un’ape abbia studiato fotografia. Ma quando si tratta di simulare un piatto di lasagne, qualcosa va storto. A dirlo non è il solito critico gastronomico, ma uno studio pubblicato sulla rivista Appetite, che analizza l’effetto che le immagini di cibo create con AI hanno sul nostro cervello.

I ricercatori hanno messo alla prova 95 volontari mostrando loro 38 immagini generate artificialmente, divise tra realistico, irrealistico, imperfetto e marcio (sì, proprio cibo andato a male, giusto per rendere l’esperienza completa). I risultati sono stati chiari: le immagini imperfette, quelle “quasi vere”, sono risultate le più disturbanti. Insomma, quando il cervello non sa se sta guardando un hamburger o un errore di rendering, entra in crisi.

Immagini di cibo AI e la valle del perturbante

Questo disagio non è frutto di semplice schizzinosità, ma potrebbe affondare le radici in un concetto noto come “valle del perturbante”, teorizzato dallo scienziato giapponese Masahiro Mori. In pratica, quando qualcosa appare quasi umano, o quasi vero, ma non del tutto, provoca in noi una sensazione di inquietudine. E pare che la stessa cosa accada con la carbonara generata da un algoritmo.

Lo studio ha mostrato che il livello di fastidio aumenta nei soggetti con alta neofobia alimentare, ovvero la paura del cibo nuovo. Al contrario, il disgusto verso gli alimenti in sé non sembra influenzare particolarmente il giudizio. In altre parole, non è che l’immagine sembri “cibo cattivo”, ma che sembri “cibo strano”, e questo basta a farci storcere il naso.

L’intelligenza artificiale e il marketing alimentare: un piatto ancora acerbo

Il problema, ovviamente, non riguarda solo la curiosità scientifica. Chi lavora nel marketing del cibo dovrebbe prendere nota: usare immagini AI per promuovere piatti nei menu digitali o nelle campagne pubblicitarie potrebbe essere un autogol. Un piccolo errore visivo, un’ombra fuori posto, un riflesso plastificato, possono trasformare un dolce appetitoso in un’esperienza da film horror.

Anche se la tecnologia migliora rapidamente, non è ancora in grado di replicare quella naturale imperfezione che rende un piatto autentico. Forse perché la AI non ha mai assaggiato un tiramisù vero. O forse perché non sa cosa vuol dire avere fame davanti a un piatto fumante, e non davanti a un’immagine che pare uscita da un videogioco.

Percezione del cibo e limiti delle immagini artificiali

Curiosamente, lo studio ha rivelato che chi ha un indice di massa corporea più alto tende a vedere con occhio più indulgente queste immagini. Ma prima di trarre conclusioni affrettate, meglio ricordare che il giudizio su ciò che appare gustoso è influenzato da mille fattori. E se il cibo AI scatena disagio, non è necessariamente un problema di gusto, ma di istinto.

Leggi anche: Una nuova IA per monitorare il cibo e le calorie: la rivoluzione della dieta?

Secondo i ricercatori, potremmo essere programmati per riconoscere inconsciamente le minime deviazioni nell’aspetto degli alimenti, perché nella nostra evoluzione ciò poteva significare evitare qualcosa di potenzialmente tossico. Solo che ora il pericolo non è un fungo velenoso, ma una pizza digitale con un numero sbagliato di fette. Insomma, prima di sostituire i fotografi di food con reti neurali, forse conviene ricordare che anche l’occhio, come il palato, vuole la sua parte. E che certe fettuccine, se sembrano fatte di plastica, è meglio non guardarle affatto.

logo-img
La redazione di commentimemorabili.it si impegna contro la divulgazione di fake news. La veridicità delle informazioni riportate su commentimemorabili.it viene preventivamente verificata tramite la consultazione di altre fonti.
Questo articolo è stato verificato con:
Chiedi la correzione di questo articoloValuta il titolo di questa notizia
Copyright © 2018 - Commenti Memorabili srl
P. IVA 11414940012

digitrend developed by Digitrend