Atelofobia, l’ansia di non essere mai “abbastanza”

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Atelofobia, l’ansia di non essere mai “abbastanza”

| 03/06/2025
Fonte: Pexels

La paura dell’imperfezione e del fallimento possono risultare un ostacolo a vivere in maniera serena

  • L’atelofobia è un disturbo caratterizzato dalla paura estrema di commettere errori e di fallire
  • Si manifesta con ansia cronica e costante sensazione di inadeguatezza
  • Il disturbo comporta anche stress eccessivo, bassa autostima, e in casi più estremi attacchi di panico e sintomi fisici come tremori, sudorazione e aumento del battito cardiaco
  • Si tratta di reazioni sproporzionate a contesti che non rappresentano un reale pericolo, ma che sono percepiti come minacce perché portatori potenziali di errore o giudizio negativo
  • La gestione dello stress e il supporto psicologico sono fondamentali per migliorare la propria qualità di vita

 

Nella società odierna, in cui il successo e l’efficienza sono spesso esaltati come valori imprescindibili, molte persone sviluppano una pressione costante a raggiungere perfezione. Quando l’esigenza di non sbagliare si trasforma in un’ossessione che limita la propria vita e inibisce all’azione per paura del fallimento, si può parlare di atelofobia. Questa condizione psicologica può compromettere seriamente il benessere emotivo, le relazioni e le capacità di affrontare la vita quotidiana.

Il costante senso di inadeguatezza

Il termine deriva dalla parola greca “atelès”, che significa imperfetto, incompleto e “phobos” che significa paura e indica una condizione in cui la persona sente di non essere all’altezza, di commettere errori o di non essere “abbastanza”.

A differenza del semplice perfezionismo, che può talvolta fungere da stimolo positivo, l’atelofobia è caratterizzata da ansia cronica e da una costante sensazione di inadeguatezza, al punto da interferire in modo significativo con la vita quotidiana di chi ne soffre. Le persone che ne sono affette evitano situazioni nuove, compiti complessi o qualsiasi occasione in cui temono di non essere perfette, con il risultato di isolarsi o limitare fortemente le proprie esperienze personali e professionali.

I sintomi dell’atelofobia includono stress eccessivo, bassa autostima, e in casi più estremi attacchi di panico e sintomi fisici come tremori, sudorazione e aumento del battito cardiaco. Si tratta di reazioni sproporzionate a contesti che non rappresentano un reale pericolo, ma che sono percepiti come minacce perché portatori potenziali di errore o giudizio negativo. Spesso, chi soffre di atelofobia vive con un’autocritica continua e un costante senso di insoddisfazione verso i propri risultati, anche quando sono oggettivamente validi.

Le cause del disturbo

Secondo gli psicologi le cause del disturbo non sono univoche. Questa condizione può derivare da esperienze infantili negative, da ambienti familiari severi o da una cultura orientata al successo a ogni costo. In altri casi, può essere legata a predisposizioni genetiche o coesistere con altri disturbi psicologici, come il disturbo ossessivo-compulsivo o i disturbi d’ansia. In qualunque forma si presenti, la paura dell’imperfezione diventa una prigione mentale dalla quale è difficile uscire senza un supporto adeguato.

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Il trattamento dell’atelofobia si basa prevalentemente sulla psicoterapia, in particolare sulla terapia cognitivo-comportamentale (CBT), che aiuta i pazienti a identificare e ristrutturare i pensieri disfunzionali legati all’ossessione per la perfezione. Tecniche di esposizione graduale sono spesso utilizzate per permettere alla persona di affrontare in modo progressivo le situazioni temute. Inoltre, strategie di coping e tecniche di gestione dello stress, come la mindfulness, possono aiutare a ridurre la reattività emotiva agli errori e a sviluppare un atteggiamento più compassionevole verso se stessi.

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