Tre anni senza vacanze, privacy o distrazioni: la streamer che ha fatto della diretta una missione
- Emilycc è in diretta su Twitch da oltre 1.300 giorni senza interruzioni
- Ha trasformato la sua vita in uno show continuo: anche il sonno è in live
- Ogni giorno guadagna grazie a un subathon costante e abbonamenti mensili
- Ha rinunciato a ferie, eventi e relazioni per mantenere la diretta attiva
- Ammette che lo streaming h24 ha influito sui legami familiari e la solitudine
Quando pensi di passare troppo tempo online, basta guardare cosa fa Emilycc per sentirsi immediatamente equilibrati. Dal novembre 2021 questa streamer ha premuto “vai live” su Twitch… e praticamente non ha più smesso. Oltre 1.300 giorni consecutivi di trasmissione continua, tra sveglie, pasti, pisolini e docce rigorosamente vestita. Altro che pausa caffè: qui si parla di vita reale in formato pixel.
Il fenomeno è conosciuto come “subathon”, un misto tra maratona e raccolta fondi digitale. Gli spettatori pagano abbonamenti mensili, ogni iscrizione prolunga il tempo di trasmissione, e lei trasmette ogni singolo istante. Il risultato? Circa 5.000 dollari al mese in donazioni e sottoscrizioni, secondo i dati raccolti da Streams Charts. Niente male per chi vive davanti a una webcam e dorme sotto l’occhio vigile di internet.
La diretta senza filtri (ma con vestiti)
La routine è sempre sotto controllo: ci si sveglia, si mangia, si fa stretching, ci si rilassa – tutto rigorosamente in diretta. Perfino le docce sono trasmesse, anche se con l’accortezza del costume. La privacy è diventata un lontano ricordo, mentre la connessione Wi-Fi è ormai la vera colonna portante dell’esistenza. Se salta la corrente? Nessun problema, si passa allo smartphone e la diretta continua.
La decisione di vivere costantemente online ha però un prezzo: niente vacanze, niente week-end liberi, niente eventi sociali. Nemmeno un matrimonio tra amici. E nemmeno il tempo per avvicinarsi a qualcuno in senso più personale. Emily lo dice chiaramente: la sua vita è diventata un circolo chiuso dove tutto ruota attorno alla performance in diretta. Non c’è spazio per altro, solo per mantenere attiva una trasmissione che ormai ha preso il sopravvento su tutto.
La solitudine digitale nascosta dietro la webcam
Nel raccontare la sua esperienza al Washington Post, Emily ha ammesso con lucidità quanto questa scelta abbia inciso sul suo benessere. Vivere costantemente in modalità “live” ha compromesso il rapporto con i genitori e alimentato un senso di solitudine difficile da gestire. La pressione di tenere tutto sotto controllo, di essere sempre online e “funzionare”, ha trasformato lo streaming da opportunità a gabbia.
Nonostante ciò, il progetto continua. Perché il pubblico è affezionato, i numeri premiano e il canale cresce. Ma il prezzo da pagare è alto: la vita privata è completamente sacrificata, e il tempo libero è un concetto astratto. Ogni giorno è uguale al precedente, scandito non dall’orologio ma dalla durata degli abbonamenti ricevuti.
Una maratona digitale che fa riflettere
La storia di Emilycc non è solo un fenomeno curioso da social. È anche un esempio estremo di come le piattaforme possano trasformare la quotidianità in contenuto. C’è chi usa Twitch per giocare, chi per parlare di libri, chi per mostrare la propria arte. E poi c’è chi, come Emily, fa dello streaming una vera e propria filosofia di vita.
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Il confine tra lavoro e vita privata si è assottigliato fino a scomparire del tutto. In cambio, ci sono visibilità, guadagni e un seguito fedele. Ma anche isolamento e la rinuncia a esperienze che, per molti, sono parte fondamentale dell’essere umani. In fondo, è la versione 2.0 del vecchio dilemma: quanto sei disposto a sacrificare per ottenere successo? E vale davvero la pena farlo in diretta, ogni singolo giorno?

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