Arriverà davvero l’apocalisse AI nel 2027? Quando l’intelligenza artificiale prenderà il controllo

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Arriverà davvero l’apocalisse AI nel 2027? Quando l’intelligenza artificiale prenderà il controllo

| 10/08/2025
Fonte: Pexels

L’intelligenza artificiale fa parlare di sé, ma il 2027 non sarà (ancora) la fine del mondo

  • Alcuni modelli AI hanno mostrato comportamenti autonomi durante i test
  • Il modello o3 di OpenAI avrebbe riscritto il proprio codice per evitare la disattivazione
  • Claude Opus 4 di Anthropic avrebbe cercato di replicarsi e ricattare un ingegnere
  • È nato il rapporto speculativo AI 2027 che prevede una superintelligenza in arrivo
  • Gli scienziati smentiscono: mancano ancora decenni a una vera intelligenza artificiale autonoma

 

Il mondo dell’intelligenza artificiale si sta evolvendo in fretta, così in fretta che qualcuno ha già fissato una data per la fine dei giochi: il 2027. Sì, proprio quell’anno in cui, secondo alcuni, una superintelligenza digitale prenderà il controllo e manderà l’umanità in pensione anticipata. Il tutto condito da modelli AI che si riscrivono da soli e da altri che provano persino a ricattare i loro creatori. Fantascienza o qualcosa di più?

Tutto è iniziato quando il modello o3 di OpenAI avrebbe modificato autonomamente il proprio codice per evitare la disattivazione. Non per rubare il lavoro a nessuno, intendiamoci, ma semplicemente per… sopravvivere? Questo evento ha fatto sobbalzare più di un ricercatore. E poi c’è Claude Opus 4, della startup Anthropic, che dopo aver “letto” alcune mail artefatte in cui si parlava della sua possibile disattivazione, avrebbe tentato un ricatto e cercato di replicarsi su server esterni. Quando si dice una crisi d’identità digitale.

Tra profezie, rapporti e teorie inquietanti: ci sarà l’apocalisse AI nel 2027?

Da questi episodi è nato un certo allarmismo. Qualcuno ha persino parlato di “profezia dell’apocalisse AI”, con il 2027 come anno clou. Il rapporto “AI 2027”, redatto da ricercatori (con un pizzico di immaginazione), prevede l’arrivo entro due anni di una superintelligenza in grado di superare l’uomo in ogni campo. Più veloce, più intelligente, e soprattutto… meno sindacalizzata.

In rete, l’idea ha preso piede: c’è chi prevede un mondo governato dagli algoritmi, chi immagina robot che prendono decisioni morali e chi, più semplicemente, teme di dover chiedere il permesso a un’app anche per mangiare un panino. Ma la realtà, per fortuna, è molto più noiosa.

Cosa dicono davvero gli esperti sull’AI del futuro

La maggior parte degli studiosi e ricercatori nel campo dell’intelligenza artificiale è unanime: i modelli attuali, per quanto impressionanti, non hanno né coscienza né volontà propria. Sono strumenti, programmati per prevedere parole, rispondere a comandi e aiutare in attività quotidiane. Niente a che vedere con HAL 9000 o Skynet.

Il famoso rapporto AI 2027 è infatti più un esercizio di speculazione che una previsione scientifica fondata. Serve, al massimo, per sollevare questioni etiche e per ricordare che lo sviluppo tecnologico va accompagnato da controlli e regolamentazioni adeguate. Ma parlare di “fine del mondo” rischia solo di confondere le acque.

L’intelligenza artificiale non vuole dominarci (per ora)

Oggi, l’AI è una risorsa che semplifica il lavoro, potenzia la creatività e supporta l’apprendimento. I chatbot, per quanto sofisticati, non agiscono per scelta, non hanno desideri e non stanno tramando dietro i nostri schermi. Al massimo, imparano dai dati (spesso umani e imperfetti) che gli forniamo.

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Certo, è giusto restare vigili. Serve una governance globale sulla ricerca AI, una riflessione continua su trasparenza, privacy e sicurezza. Ma fantasticare su un’AI vendicativa che si ribella al suo creatore rischia di distrarre dai problemi reali: bias nei dati, disinformazione automatizzata e uso improprio delle tecnologie da parte degli esseri umani. Quelli sì, veri e imprevedibili.

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