La maledizione di Re Tutankhamon forse può aiutare i medici a curare il cancro

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La maledizione di Re Tutankhamon forse può aiutare i medici a curare il cancro

| 11/08/2025
Fonte: Wikipedia

Il fungo della maledizione di Tutankhamon ora combatte la leucemia

  • Dopo l’apertura della tomba di Tutankhamon morirono vari archeologi
  • La causa fu probabilmente un fungo chiamato Aspergillus flavus
  • Questo fungo produce tossine dannose e potenzialmente cancerogene
  • Alcuni suoi composti, i RiPPs, sembrano efficaci contro la leucemia
  • Nuove ricerche li studiano come possibile cura selettiva per il cancro

 

La cosiddetta maledizione di Tutankhamon potrebbe aver fatto più bene che male. Almeno nel lungo periodo. Dopo decenni di teorie misteriose e racconti da film horror, la scienza ha messo le mani su un colpevole molto terreno: un fungo.

Il responsabile dei decessi sospetti tra gli archeologi coinvolti nell’apertura della tomba del giovane faraone nel 1922 non era infatti un anatema ultraterreno, ma Aspergillus flavus, noto anche come “tomb mold”. Questo microrganismo sopravvive per secoli in ambienti bui e umidi, pronto a liberare le sue spore tossiche al primo respiro umano.

Tomb mold e RiPPs: il lato positivo della muffa

A prima vista, A. flavus non sembra esattamente il sogno di un ricercatore medico. Produce aflatossine, sostanze tossiche e cancerogene, capaci di causare gravi infezioni e soppressione immunitaria. Ma la scienza, si sa, è brava a trovare l’oro dove altri vedono solo polvere (o muffa, in questo caso).

Il fungo secerne anche molecole chiamate RiPPs, ovvero peptidi modificati capaci di interagire in modo mirato con specifiche cellule. Alcuni di questi RiPPs si sono rivelati sorprendentemente efficaci nel bloccare la proliferazione delle cellule leucemiche. Una specie di vendetta del faraone che però, stavolta, fa bene.

Leucemia: una speranza nascosta nei secoli nella tomba di Re Tutankhamon

La particolarità di questi composti è che sembrano colpire solo le cellule del sangue malato, risparmiando i tessuti sani. Una caratteristica rarissima in campo oncologico, dove i trattamenti come la chemioterapia tendono a non fare troppa distinzione.

I ricercatori hanno anche aggiunto un tocco regale: grassi derivati dalla pappa reale, che facilitano la penetrazione dei RiPPs all’interno delle cellule tumorali. Il risultato? Un’azione mirata, potenzialmente meno tossica e più efficiente di molti trattamenti oggi in uso.

La maledizione diventa medicina

Certo, non tutto è pronto per entrare in ospedale. Riprodurre questi composti in laboratorio non è semplice, e i test sono ancora alle fasi iniziali. Ma il fatto che qualcosa di così micidiale per l’uomo possa diventare un’arma contro il cancro ha già attirato grande interesse scientifico.

Dalla tomba di un faraone all’oncologia moderna, il percorso è stato lungo e pieno di morti misteriose. Ma forse, alla fine, anche Tutankhamon ci tiene a dare una mano. O almeno, il suo fungo sì.

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Quando la storia incontra la scienza

E così, dietro le leggende da rotocalco degli anni ’20 e il fascino oscuro dell’antico Egitto, si nasconde una possibilità concreta per il futuro della medicina. Se la ricerca andrà avanti, potremmo presto ringraziare la maledizione di Tutankhamon per averci insegnato qualcosa di importante. Magari non serviva disturbare il sonno eterno del faraone, ma se da quell’antico silenzio arriva una cura contro la leucemia, forse un piccolo “grazie” è d’obbligo. Anche a costo di qualche spora nell’aria.

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