Zanzare buongustaie: chi scelgono davvero da pungere e come lo fanno

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Zanzare buongustaie: chi scelgono davvero da pungere e come lo fanno

| 17/08/2025
Fonte: Pexels

Dallo “sangue dolce” al DNA: la guida ai “gusti culinari” delle zanzare

  • Uno studio globale ha analizzato oltre 15.600 pasti di zanzare per capire chi pungono davvero
  • Alcune specie, come la Culex pipiens, si nutrono di più di 300 animali diversi, umani compresi
  • Le Aedes sono più selettive, mentre le Anopheles preferiscono un numero ristretto di prede
  • Il comportamento varia con clima, urbanizzazione e disponibilità di ospiti
  • Capire queste abitudini è essenziale per prevenire malattie come dengue e malaria

 

Dimenticatevi la vecchia leggenda metropolitana del “sangue dolce”. Se le zanzare vi perseguitano, non è perché siete più buoni (almeno non per loro), ma perché rientrate in una complessa equazione di preferenze evolutive, abitudini climatiche e disponibilità. A metterlo nero su bianco è una ricerca pubblicata su Global Ecology and Biogeography, basata su una mega-analisi di 15.600 pasti di sangue prelevati da sei specie di zanzare.

Coordinato da Konstans Wells dell’Università di Swansea, lo studio ha coinvolto scienziati da tutto il mondo, intenti a identificare le vere abitudini alimentari di questi insetti fastidiosi ma, purtroppo, strategici per la salute pubblica. Le analisi molecolari hanno fatto emergere un quadro che definire variegato è poco: alcune zanzare sono più curiose di un turista in un buffet internazionale.

Chi pungono davvero le zanzare: le loro preferenze

La Culex pipiens, ad esempio, non si fa problemi: dai mammiferi agli uccelli, passando per gli anfibi, può arrivare a scegliere il proprio pasto tra oltre 300 opzioni. Una sorta di delivery di sangue sempre aperto. Le Aedes, comprese le tanto amate (si fa per dire) zanzare tigre, si dimostrano invece più selettive, con gusti meno aperti alla novità. E le Anopheles, responsabili della malaria? Puntano dritte verso obiettivi precisi, con una dieta più limitata ma decisamente pericolosa.

Questo repertorio alimentare non è fisso. Il comportamento delle zanzare cambia in base a fattori ambientali, come il clima e l’urbanizzazione. In contesti urbani, ad esempio, alcune specie si “umanizzano” e iniziano a preferire Homo sapiens, mentre in aree rurali si accontentano di mucche, capre o animali selvatici.

Clima, urbanizzazione e rischio sanitario

Ciò che emerge è un quadro instabile: la plastica adattabilità di questi insetti li rende un’incognita costante nella lotta alle malattie infettive. Il cambiamento climatico e l’espansione urbana influiscono sui loro gusti, creando nuovi rischi nei luoghi più impensati. E se una volta bastava stare lontani da paludi e ristagni, oggi può bastare il giardino condominiale per entrare nel menu.

Secondo i ricercatori, conoscere questi schemi alimentari è fondamentale per costruire strategie di prevenzione mirate. Ogni zona ha un profilo diverso: una campagna contro la malaria in Africa non può seguire le stesse linee guida usate contro la dengue in Asia o contro il virus Zika in America Latina.

Zanzare e salute pubblica: una questione globale

Comprendere chi viene punto da chi, quando e perché può fare la differenza tra un’epidemia contenuta e una catastrofe sanitaria. Le zanzare, per quanto minuscole, hanno infatti un impatto macroscopico sulla salute globale. Non si tratta solo di fastidi estivi, ma di vere minacce biologiche.

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È per questo che lo studio rappresenta un passo avanti importante: offre una mappa globale utile per adattare la sorveglianza epidemiologica, rendendo gli interventi più efficaci e meno improvvisati. In altre parole, per combattere questi vampiri tascabili, non basta la citronella. Serve conoscere le loro abitudini meglio di quanto loro conoscano noi. E alla fine, la domanda non è “perché proprio io?”, ma “dove vivono, che clima fa e chi altro c’è in giro da pungere?”

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