Diversi studi hanno analizzato le reazioni dei cani al suono di nomi e soprannomi
- I cani non vedono il loro nome come un’identità, ma come un segnale verbale che indica attenzione o un’interazione imminente
- I cani imparano a riconoscere il proprio nome attraverso l’associazione con esperienze positive, come ricompense e attenzioni
- Anche i soprannomi possono essere riconosciuti se usati in modo coerente e associati a rinforzi positivi
- L’associazione negativa del nome, ad esempio con rimproveri, può indurre il cane a ignorarlo
- La risposta al suo nome dipende in gran parte dall’addestramento ricevuto e dalla qualità della relazione con il padrone
Una delle domande più frequenti che si pongono gli umani che hanno un cane è se il loro amico peloso comprenda il suo nome quando viene chiamato o se risponda per semplice abitudine alla voce del padrone.
Attraverso il nome il cane interagisce con il padrone
Secondo gli esperti i cani sono in grado di riconoscere il proprio nome e, in alcuni casi, anche i soprannomi, ma la scienza dietro a questo comportamento è più complessa di quanto si possa pensare. Gli studi suggeriscono che i cani non considerano il loro nome come una vera e propria identità, ma piuttosto come un segnale verbale che indica l’imminenza di un’interazione con il loro padrone.
Secondo Stanley Coren, professore di psicologia presso l’Università della British Columbia ed esperto di cani, associa l’apprendimento del nome nei cani a quello dei neonati. Per gli psicologi, quando i bambini iniziano a girare la testa nel sentire il loro nome, significa che stanno cominciando ad apprendere il linguaggio. Allo stesso modo quando i cani ti guardano nel sentire il loro nome, dimostrano una «capacità linguistica rudimentale».
Il rinforzo positivo legato al nome
Uno studio ha utilizzato scansioni cerebrali per dimostrare che i cani riuscivano a distinguere il linguaggio umano dai suoni casuali e persino a distinguere le lingue. I cani non capiscono il linguaggio come gli umani e non comprendono intellettualmente il concetto di dare un nome. Ma anche gli umani reagiscono istintivamente quando sentono il loro nome perché hanno imparato a rispondere al suono fin da piccoli, attraverso il condizionamento. Lo stesso principio si applica nei cani quando apprendono il suono del loro nome.
Quando pronunciamo il nome di un cane, questo lo associa a esperienze positive, come ricevere un premio, una carezza o un gioco. In pratica, il nome diventa un “comando di richiamo” o un “segnale di attenzione” che il cane impara a riconoscere attraverso il rinforzo positivo. Se, ad esempio, un cane sente il suo nome seguito da un comando come “seduto” e viene premiato per l’esecuzione, assocerà il nome a un’azione che porterà a una ricompensa. I cani riconoscono il proprio nome e, quando sono in branco, riescono a distinguere perfettamente il proprio nome da quello di un altro cane.
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Anche i soprannomi possono essere riconosciuti, soprattutto se usati in modo coerente e associati a situazioni positive. L’addestramento gioca un ruolo fondamentale. Per insegnare a un cane a rispondere al nome, è utile pronunciarlo in ambienti tranquilli e senza distrazioni, premiandolo ogni volta che risponde guardandoti o avvicinandosi. Ripetendo questo esercizio in diversi contesti, il cane impara a reagire in maniera stabile. È importante evitare di associare il nome a esperienze negative, come rimproveri o punizioni: in quel caso il cane potrebbe iniziare a ignorarlo volontariamente.

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