Il contrario del burnout è il rustout: quando i lavoratori si “arrugginiscono” al lavoro

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Il contrario del burnout è il rustout: quando i lavoratori si “arrugginiscono” al lavoro

| 11/09/2025
Fonte: Pexels

Svolgere incarichi sempre uguali e ripetitivi può portare ad un logoramento interiore che si manifesta con noia, apatia e demotivazione

  • Il rustout è una forma di logoramento lavorativo causato da compiti monotoni e poco stimolanti
  • Colpisce chi si sente sottoutilizzato, pur continuando a svolgere in maniera puntuale i propri compiti
  • Uno studio su accademici britannici e irlandesi ha evidenziato la diffusione del rust out legato a mansioni burocratiche e incarichi amministrativi
  • È una condizione difficile da rilevare, perché i lavoratori mantengono spesso buone prestazioni esteriori
  • A lungo termine il fenomeno danneggia sia le persone, con perdita di motivazione e benessere, sia le aziende, che vedono calare innovazione, produttività e coinvolgimento dei dipendenti

 

Nel mondo del lavoro contemporaneo si parla spesso di burnout, lo stato di esaurimento causato da ritmi frenetici, pressioni elevate e sovraccarico di compiti. Ma c’è un fenomeno meno noto, altrettanto insidioso, che sta emergendo con forza, che prende il nome di rustout. Il termine, che in inglese significa “ruggine”, è meno diffuso nel linguaggio comune, e descrive una condizione di “arrugginimento” della persona, un logoramento silenzioso, non dovuta all’eccesso, bensì alla mancanza di stimoli e motivazione sul lavoro.

Una condizione subdola e invisibile

Mentre il burnout è visibile attraverso una serie di sintomi palesi, il rustout è subdolo e invisibile: chi ne soffre continua a lavorare e spesso anche con buoni risultati, ma dentro sperimenta un progressivo senso di vuoto, di apatia e demotivazione. Gli studi mostrano come il fenomeno stia diventando una realtà concreta in diversi ambienti professionali, con effetti che riguardano non solo il benessere dei singoli, ma anche la produttività e la cultura organizzativa delle aziende.

Il rustout nasce quando i dipendenti si trovano a svolgere compiti ripetitivi, poco creativi o stimolanti, portandoli a sentirsi non valorizzati e sottoutilizzati. Invece di essere sovraccarichi, sono intrappolati in una routine che li priva di motivazione, con un senso di noia perenne che accompagna il loro lavoro.

La perdita di entusiasmo e motivazione per il proprio lavoro

Molti descrivono questo stato come un lento spegnersi: si fa il minimo indispensabile, si tende a procrastinare, si cercano distrazioni, e la passione iniziale si dissolve. Non si tratta di pigrizia, bensì di una conseguenza psicologica di un lavoro percepito come sterile e poco stimolante.

Un’indagine condotta su 154 docenti universitari nel Regno Unito e in Irlanda ha offerto un quadro chiaro del fenomeno. Sebbene molti insegnanti amassero ancora la loro professione, emergeva un senso diffuso di rustout: attività burocratiche, carichi amministrativi e riunioni senza fine stavano erodendo il tempo dedicato all’insegnamento e alla ricerca, cioè alle attività che li avevano spinti a intraprendere la carriera accademica. Questo porta a un divario tra le aspettative iniziali e la realtà quotidiana, generando frustrazione e senso di alienazione.

I segnali per riconoscere il rustout

A differenza del burnout, che spesso si manifesta con segnali evidenti di stress e collasso psicofisico, il rustout è invisibile agli occhi degli altri. Chi lo vive può continuare a garantire performance di alto livello, ma dentro sperimenta apatia e distacco emotivo. Proprio questa invisibilità rende difficile per datori di lavoro e colleghi riconoscerne i sintomi.

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Il rustout non colpisce solo la sfera personale, riducendo motivazione, creatività e senso di scopo. Ha anche effetti importanti sulla sfera lavorativa. Si registrano infatti un aumento del turnover, perché i lavoratori in rustout spesso cercano stimoli altrove, un calo dell’innovazione, dato che i dipendenti demotivati raramente propongono nuove idee, la perdita di entusiasmo e spirito di iniziativa, poiché si diffonde una mentalità del “fare solo il minimo necessario”.

In altre parole, mentre il burnout “brucia” velocemente le risorse di un individuo, il rustout “arrugginisce” lentamente sia la persona che l’azienda per cui lavora.

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