Stare a dieta peggiora l’umore? Cosa succede alla mente con meno calorie

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Stare a dieta peggiora l’umore? Cosa succede alla mente con meno calorie

| 14/09/2025
Fonte: Pexels

Dieta e umore: perché mangiare poco può peggiorare la salute mentale

  • Uno studio su oltre 28.000 adulti mostra un peggioramento dell’umore con diete ipocaloriche
  • Il rischio di sintomi depressivi è maggiore in uomini e persone in sovrappeso
  • La restrizione calorica prolungata può portare a sintomi simili alla depressione da digiuno
  • Alimenti sani e dieta mediterranea migliorano invece il benessere mentale
  • Cambiare stile di vita è più efficace di diete rigide temporanee

 

Uno studio pubblicato sulla rivista BMJ Nutrition, Prevention & Health ha analizzato i dati di oltre 28.000 adulti del National Health and Nutrition Examination Survey. I risultati indicano che seguire una dieta ipocalorica può peggiorare l’umore, in particolare negli uomini e nelle persone in sovrappeso. Questi individui mostrano una maggiore probabilità di manifestare sintomi depressivi rispetto a chi non segue restrizioni caloriche.

I dati contraddicono altre ricerche che collegano la depressione a diete ricche di cibi ultra-processati, mentre diete mediterranee e bilanciate sembrano ridurre il rischio di disagio emotivo. Il messaggio principale è chiaro: non tutte le diete sono uguali, e il tipo di alimentazione influisce direttamente sul benessere mentale.

I meccanismi della restrizione calorica

Studi storici, come il Minnesota Starvation Experiment degli anni ’50, avevano già evidenziato come riduzioni caloriche prolungate portino a sintomi fisici e psicologici definiti “starvation neurosis”. Tra questi figurano umore depresso, apatia, perdita di interesse sessuale, deficit di concentrazione e ossessioni sul cibo. Anche ridurre le calorie senza digiunare completamente può provocare effetti simili se la dieta dura più di due o tre mesi.

Il fenomeno avviene in due fasi: inizialmente la restrizione calorica può dare sensazione di energia e maggiore concentrazione, un residuo evolutivo dei nostri antenati che dovevano affrontare periodi di carestia. Con il protrarsi della dieta, però, il cervello entra in modalità “risparmio energetico”, causando irritabilità, pensieri ossessivi e sintomi ansioso-depressivi simili a quelli dei disturbi alimentari.

Cibo consolatorio e food addiction

Un ulteriore fattore riguarda chi utilizza il cibo come meccanismo consolatorio. Per circa il 16% della popolazione, la dipendenza da alimenti ultra-processati provoca sintomi da astinenza quando questi cibi vengono eliminati: tristezza, irritabilità e desiderio compulsivo di cibi proibiti. Questo rende la restrizione calorica ancora più rischiosa per chi ha già un rapporto problematico con il cibo.

Chi cerca di perdere peso spesso convive con ansia e disagio legati all’immagine corporea o allo stigma sociale. Approcci basati su diete temporanee e rigide possono peggiorare il quadro emotivo, mentre un cambiamento di stile di vita sostenibile e bilanciato riduce il rischio di depressione.

Come migliorare l’umore con l’alimentazione

Gli esperti sottolineano l’efficacia di diete equilibrate e ricche di nutrienti, come la dieta mediterranea, che ha dimostrato effetti positivi sul benessere mentale, comparabili a quelli dell’attività fisica. La chiave non è ridurre drasticamente le calorie, ma creare abitudini alimentari durature, integrate in uno stile di vita sano e sostenibile.

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Per chi soffre di food addiction, è fondamentale non colpevolizzarsi e rivolgersi a un team multidisciplinare composto da medici, nutrizionisti e psicologi, in grado di affrontare la dipendenza da cibi ultra-processati come una patologia reale e non come un vizio. L’obiettivo è conciliare perdita di peso, alimentazione sana e stabilità emotiva senza rischiare peggioramenti dell’umore.

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