Dal van impantanato alle pozzanghere: l’avventura estrema di Carolina Wilga nel cuore selvaggio dell’Australia
- Carolina Wilga si è persa nel bush australiano dopo un incidente con il furgone
- Ha vagato scalza per 24 km seguendo il sole e bevendo acqua piovana dalle pozzanghere
- Ha dormito in grotte per ripararsi dal freddo e ha perso 12 chili in 12 giorni
- È stata salvata da una donna del posto che l’ha trovata esausta e ferita
- I medici parlano di fortuna, mentre la vicenda riaccende i riflettori sui backpacker in Australia
Carolina Wilga, 26 anni, era partita per un viaggio da vera backpacker in Australia Occidentale. Con il suo furgone scassato e uno spirito da esploratrice, aveva deciso di vivere l’esperienza “into the wild”. Peccato che il wild abbia risposto con un sonoro “vediamo quanto resisti”, facendo finire il suo van in un dirupo e lasciandola ferita e senza connessione.
Da lì è iniziata la versione live di un reality di sopravvivenza. Senza scarpe adatte e con una ferita alla testa, la ragazza ha capito presto che aspettare i soccorsi nel furgone non era una brillante idea. Ha quindi iniziato a camminare, armata solo di coraggio e di un’improvvisata bussola: il sole.
Sopravvivenza nel bush: tra pozzanghere e grotte
In dodici giorni Carolina ha accumulato un curriculum da manuale di sopravvivenza: 24 chilometri percorsi scalza, piedi fasciati alla meglio e un menù esclusivo a base di acqua piovana raccolta dalle pozzanghere. Altro che ristoranti tipici, qui si trattava di idratazione creativa.
La notte era un incubo: temperature sotto zero, insetti pronti a trasformarla in buffet vivente e serpenti che avrebbero fatto scappare anche Bear Grylls. Per non soccombere al gelo, si rifugiava nelle grotte, trasformandole in suite a cielo aperto senza Wi-Fi né room service.
Il salvataggio e il ritorno alla civiltà
Dopo quasi due settimane, quando le speranze si stavano spegnendo, il destino ha deciso di concederle un colpo di scena da film. Una donna del posto, Tania Henley, l’ha notata sul ciglio della strada: esausta, disidratata e con i piedi ridotti a reliquie archeologiche.
Trasferita in ospedale a Perth, Carolina ha raccontato la sua odissea con la naturalezza di chi commenta un’escursione andata un po’ lunga. I medici hanno definito la sua sopravvivenza un caso di “pura fortuna”, anche se dodici chili persi in dodici giorni sembrano più una dieta estrema che un’esperienza di viaggio.
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Backpacker e Australia: tra mito e realtà
La storia di Carolina riporta alla ribalta il fenomeno dei backpacker in Australia. Giovani con zaino in spalla e working holiday visa, pronti a lavorare in miniere, soggiornare in ostelli e vivere avventure degne di racconti epici. Un lifestyle affascinante, finché non ti ritrovi senza scarpe in mezzo al bush. Per Carolina, che da due anni girava il Paese in lungo e in largo, questa era solo l’ennesima avventura. Solo che questa volta non è finita in un album Instagram, ma nei notiziari internazionali. E forse il messaggio è chiaro: vivere il sogno australiano va bene, ma con un GPS carico e almeno un paio di scarpe di riserva.
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