Blue Monday: perché fa davvero male ed è più pericolosa di quanto pensi

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Blue Monday: perché fa davvero male ed è più pericolosa di quanto pensi

| 17/09/2025
Fonte: Pexels

Gli effetti reali del Blue Monday su stress, salute e cortisolo

  • Il Blue Monday è il lunedì percepito come più malinconico e stressante
  • La sensazione di vuoto e fatica anticipa la nuova settimana
  • Lo stress del lunedì può aumentare la pressione, affaticare e indebolire il sistema immunitario
  • I livelli di cortisolo salgono del 23% e il rischio di infarti aumenta del 19%
  • Il fenomeno non riguarda solo i lavoratori, ma anche gli anziani e la fisiologia dello stress

 

Il Blue Monday è quel giorno in cui il fine settimana sembra svanire nel nulla e il ritorno alla routine appare una vera montagna da scalare. La sensazione di malinconia, stanchezza e vuoto non è solo psicologica: può avere effetti concreti sul corpo e sulla mente. Chi odia il lunedì sa di cosa stiamo parlando, ma ora la scienza conferma che non è solo un’impressione.

Secondo uno studio dell’Università di Hong Kong, il Blue Monday può influenzare anche chi non lavora più: gli anziani, per esempio, reagiscono al cambio della settimana con risposte fisiologiche di stress che persistono per mesi. Come spiega il professore Tarani Chandola, “Per alcuni anziani, il passaggio alla settimana innesca una cascata biologica che persiste per mesi. Non si tratta di lavoro, ma di quanto il lunedì sia profondamente radicato nella nostra fisiologia dello stress, anche dopo la fine della carriera”.

Blue Monday e salute: cortisolo, stress e rischio infarti

Gli effetti del Blue Monday non si fermano alla sensazione di fatica o irritabilità. Lo stress prolungato aumenta la pressione, affatica il corpo e può indebolire il sistema immunitario, rendendoci più vulnerabili a malattie e infezioni. La ricerca indica che proprio di lunedì i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, salgono in media del 23%. Non proprio un dettaglio trascurabile se consideriamo che lo stesso studio segnala anche un aumento del 19% del rischio di infarti.

Il lunedì diventa così un giorno da affrontare con cautela, soprattutto se si combinano traffico, lavoro e scadenze. Sapere che il Blue Monday ha basi scientifiche aiuta a non sentirsi soli e a interpretare meglio il senso di oppressione che accompagna la giornata.

Come affrontare il lunedì più temuto

Nonostante i dati allarmanti, non tutto è perduto. Piccoli accorgimenti possono aiutare a sopravvivere al Blue Monday senza cedere al pessimismo: una colazione equilibrata, attività fisica leggera, momenti di pausa e una buona gestione delle priorità. Il trucco è riconoscere il lunedì come un giorno “particolare”, ma non come un nemico irrimediabile.

Affrontare il Blue Monday con un pizzico di ironia può fare miracoli: accettare il malumore iniziale, ridere delle piccole difficoltà e concedersi qualche piccolo piacere quotidiano sono strategie che riducono lo stress percepito. Dopo tutto, se il lunedì può aumentare il cortisolo e il rischio di infarto, almeno possiamo provarci a ridurre il disagio mentale senza trasformarlo in un dramma.

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Blue Monday: tra mito e realtà

Il mito del lunedì più triste dell’anno è confermato dalla scienza, ma anche gestibile. Conoscere gli effetti fisiologici e imparare a organizzare la giornata in modo intelligente aiuta a non farsi sopraffare dal Blue Monday. Tra umore basso, cortisolo alto e rischio cardiovascolare, il lunedì rimane una sfida settimanale: affrontarlo con consapevolezza e un pizzico di ironia è il miglior antidoto. Il Blue Monday, insomma, non è solo un giorno da sopportare, ma un’occasione per conoscere meglio il rapporto tra stress, salute e psicologia, senza prendersi troppo sul serio.

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