Il galateo dei sentieri: perché è bene salutarsi in montagna
- In montagna salutare è un’abitudine diffusa e quasi universale
- Serve a stabilire un primo contatto e dichiarare disponibilità reciproca ad aiutarsi
- Ha anche un’utilità pratica in caso di smarrimenti o ricerche
- È un segno di adesione alle norme sociali delle comunità montane
- In diversi Paesi esistono saluti tipici legati alla cultura e alla tradizione alpina
Salutare uno sconosciuto in città può sembrare strano, se non addirittura sospetto. Ma basta spostarsi su un sentiero alpino per scoprire che un “ciao” o un “buongiorno” diventa la regola. In montagna ignorare chi si incrocia è come presentarsi a cena senza portare neanche una bottiglia d’acqua: tecnicamente possibile, ma socialmente inaccettabile.
La ragione è semplice: meno persone ci sono in giro, più diventa importante far sapere che ci si riconosce a vicenda. Un saluto è un piccolo contratto sociale che comunica “sono amichevole e, se serve, posso aiutarti”. Non a caso gli esperti parlano di altruismo reciproco, una specie di accordo non scritto che funziona meglio del Wi-Fi nei rifugi.
Il fattore ciao e l’eccezionalità dell’esperienza
Il fotografo e scalatore Galen Rowell definì questa consuetudine il “fattore ciao”. Camminare in montagna è un’esperienza fuori dall’ordinario e le persone tendono a stabilire un legame speciale, anche se dura il tempo di un passo. Quel gesto rapido diventa un modo per fermare lo sguardo sull’altro e riconoscere che, in fondo, si sta condividendo la stessa fatica.
C’è poi un aspetto pratico che pochi considerano: ricordarsi di chi si è incontrato può risultare decisivo in caso di ricerche per escursionisti dispersi. Un dettaglio come un colore dello zaino o la direzione presa può trasformarsi in un’informazione preziosa. E tutto parte da un semplice saluto.
Norme sociali e comunità della montagna
Oltre all’aspetto pratico, c’è una dimensione culturale. Salutarsi lungo un sentiero è un modo per aderire alle regole non scritte delle comunità di montagna, spesso piccole e molto coese. Per il turista occasionale diventa anche un segno di rispetto verso chi abita quei luoghi e custodisce quelle tradizioni.
E non importa che l’altro sia un abitante locale o un turista con scarponi nuovi di zecca: condividere il sentiero significa condividere anche la passione per la montagna. In quel momento nessuno è davvero uno sconosciuto, e il “ciao” è una conferma implicita.
Tradizioni e saluti dal mondo
Ogni cultura ha adattato questo gesto. In Giappone è normale dire konnichiwa, oppure incoraggiare con un ganbatte, che equivale a un “forza, continua così”. Non rispondere a un saluto lungo un sentiero giapponese è raro e visto quasi come una stonatura.
Nelle Alpi austriache si è usata a lungo la parola bergheil, che univa il concetto di montagna a quello di salute e sicurezza. Dopo la Seconda guerra mondiale ha perso popolarità, sostituita da espressioni più neutre come servas o griaß. In Tibet, invece, si augura kalipé, ovvero “sempre con il passo lento”, un consiglio che in quota è più prezioso di qualunque app.
Il galateo dei sentieri tra precedenze e ringraziamenti
Il saluto è solo una parte del galateo alpino. Su un sentiero stretto, chi scende lascia il passo a chi sale, spostandosi verso la montagna. Quando si supera qualcuno nello stesso senso di marcia, la regola è avvisare con cortesia e ringraziare. Piccoli gesti che mantengono l’armonia anche quando le gambe chiedono pietà.
Leggi anche: Vado a vivere in montagna: sempre più italiani si spostano nei borghi in altura
In fondo, salutarsi in montagna non è soltanto educazione: è un rito che unisce sicurezza, tradizione e senso di appartenenza. E, a ben vedere, è anche il modo più semplice per rendere più leggero lo zaino invisibile che ognuno porta con sé lungo il cammino.

La redazione di commentimemorabili.it si impegna contro la divulgazione di fake news. La veridicità delle informazioni riportate su commentimemorabili.it viene preventivamente verificata tramite la consultazione di altre fonti.
Questo articolo è stato verificato con:
- https://www.ilpost.it/2025/07/31/salutarsi-montagna/
- https://www.greenme.it/viaggi/turismo-slow/perche-ci-si-saluta-in-montagna-il-rito-che-dalla-notte-dei-tempi-ci-fa-riscoprire-lumanita/
- https://www.ilmondosecondogipsy.it/perche-in-montagna-si-saluta-2/