Il proprietario della famosa casa in mezzo all’autostrada si è trasferito: fine di una battaglia infinita

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Il proprietario della famosa casa in mezzo all’autostrada si è trasferito: fine di una battaglia infinita

| 28/10/2025
Fonte: YouTube

La casa in mezzo all’autostrada più celebre della Cina si arrende al rumore

  • L’“Occhio di Jinxi”, celebre casa della provincia cinese di Jianxi in mezzo all’autostrada, è stata infine abbandonata dal suo proprietario
  • Huang Ping, il proprietario, aveva rifiutato l’offerta del governo di 1,6 milioni di yuan per non accettare il pagamento in due rate
  • Le autorità hanno costruito l’autostrada intorno alla casa, isolandola completamente e rendendola inabitabile
  • Il rumore costante del traffico e le vibrazioni dei camion hanno costretto la famiglia a trasferirsi in affitto in un paese vicino
  • Ora la casa appare abbandonata, con finestre rotte e erbacce, mentre sui social cinesi molti ironizzano sulla tenacia (e la sfortuna) del proprietario

 

C’è chi combatte per i propri ideali e chi, come Huang Ping, combatte per la propria casa. Il problema? Il suo campo di battaglia era letteralmente un’autostrada. L’“Occhio di Jinxi”, così è stata ribattezzata la più famosa nail house della Cina, si trovava al centro di una nuova arteria stradale nella provincia di Jianxi. E non per modo di dire: i costruttori, impossibilitati ad abbatterla, hanno costruito la strada tutt’intorno, creando un bizzarro isolotto di cemento abitato da un uomo deciso a non cedere.

Tutto era iniziato con una trattativa fallita. Il governo locale aveva offerto a Huang circa 1,6 milioni di yuan (circa 223.000 dollari) per spostarsi, ma con pagamento in due rate. Lui, diffidente, aveva rifiutato. Scelta che col tempo si è rivelata tutt’altro che strategica: mentre gli altri residenti venivano ricollocati, l’autostrada è andata avanti, lasciando la casa intrappolata nel traffico.

L’isola dell’asfalto e il rumore che non dorme mai: addio alla casa in mezzo all’autostrada

Quando ad aprile la nuova autostrada è stata inaugurata, la vita nell’“Occhio di Jinxi” è diventata un incubo acustico. Senza alcun isolamento, i camion facevano tremare i muri giorno e notte, mentre le auto sfrecciavano a pochi metri dalla porta di casa. Huang e la sua famiglia hanno resistito per settimane, forse per orgoglio o per principio, ma alla fine anche la tenacia ha dei limiti: il rumore costante ha avuto la meglio.

A luglio, i passanti hanno notato finestre rotte, erbacce e nessun segno di vita. Contattato dai giornalisti, Huang ha confermato di essersi arreso e di aver affittato una casa in un villaggio vicino. Ironia della sorte, se ora decidesse di demolire la vecchia abitazione, riceverebbe solo una parte della somma inizialmente offerta. Una lezione sul prezzo (vero) dell’orgoglio.

Dall’ostinazione alla leggenda virale

Sui social cinesi, la vicenda dell’“Occhio di Jinxi” è diventata un caso virale. C’è chi ha definito Huang un simbolo di resistenza e chi, più sarcastico, ha sottolineato che serve “un cuore forte per sopportare le risate dei vicini”. Altri utenti, più pragmatici, si sono chiesti che valore potesse mai avere una casa isolata in una zona montana, se non fosse stato per la notorietà mediatica.

Il fenomeno delle nail houses in Cina non è nuovo: sono le abitazioni i cui proprietari rifiutano di vendere, spesso diventando simboli di sfida individuale contro la burocrazia e la modernizzazione. L’“Occhio di Jinxi”, però, ha portato il concetto all’estremo, trasformando un gesto di orgoglio personale in un monumento al rumore urbano.

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Tra epica moderna e morale urbana

Alla fine, Huang non ha perso solo la casa, ma anche la tranquillità. La sua battaglia ha attirato telecamere, commenti e curiosità, ma la realtà è meno romantica di quanto sembri. Vivere al centro di un’autostrada, circondati da clacson e polvere, non è esattamente la definizione di libertà. Così l’“Occhio di Jinxi” rimane lì, come un simbolo di testardaggine e ironia del destino: una casa che voleva resistere al progresso, ma che ha finito per cedere al suo rumore. Forse, dopotutto, Huang aveva solo bisogno di un po’ di silenzio.

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