Lo stile di attaccamento dell’infanzia? Influenza lavoro e relazioni

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Lo stile di attaccamento dell’infanzia? Influenza lavoro e relazioni

| 15/11/2025
Fonte: Pexels

Dall’infanzia alla scrivania: come i legami emotivi influenzano carriera, stress e leadership

  • Lo stile di attaccamento nasce nell’infanzia e influenza relazioni e lavoro
  • Ne esistono quattro tipi: ansioso, evitante, disorganizzato e sicuro
  • Quelli ansioso ed evitante creano insicurezze o difficoltà nei rapporti professionali
  • Lo stile sicuro favorisce relazioni solide e capacità di leadership
  • È possibile modificare il proprio stile con consapevolezza e supporto adeguato

 

C’è chi reagisce a una critica come se fosse un tradimento e chi, pur di non discutere, si chiude nel silenzio strategico. No, non parliamo del solito dramma da open space, ma dello stile di attaccamento, quel copione invisibile che ci portiamo dietro fin dall’infanzia e che, sorpresa, non resta confinato alle relazioni sentimentali. Secondo gli esperti, il modo in cui ci relazioniamo da adulti – anche al lavoro – dipende da come abbiamo imparato da piccoli a gestire l’amore, la paura e la fiducia.

Nancy Roberts, esperta di dinamiche lavorative, spiega che il tipo disorganizzato è il più difficile da gestire: chi lo ha tende a oscillare tra entusiasmo e caos emotivo. Un giorno motivato, quello dopo in crisi esistenziale per una mail mal interpretata. Reazioni intense, stress alle stelle e difficoltà a mantenere rapporti stabili con colleghi e capi: un mix che, sul lungo periodo, può minare la crescita professionale.

Ansiosi, evitanti e altri casi da riunione

Non se la passano meglio gli ansiosi, sempre in cerca di conferme, pronti a chiedere “tutto bene?” anche dopo un messaggio neutro. Né gli evitanti, che preferiscono rifugiarsi nel lavoro solitario piuttosto che affrontare il rischio del confronto. Il problema non è avere un certo stile, ma non sapere come gestirlo. Riconoscere le proprie emozioni – e capire se vengono dal presente o da vecchie ferite – è il primo passo verso relazioni professionali più sane.

E poi c’è lui, lo stile sicuro: calmo, empatico e assertivo. Non è un supereroe, ma un collega che sa collaborare, prendere decisioni e accettare feedback senza crollare. Il tipo di persona che vorresti come capo, o almeno come compagno di scrivania.

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Si cambia (con un po’ di autocritica)

La buona notizia? Lo stile di attaccamento non è una condanna a vita. Con consapevolezza, relazioni di supporto e magari un pizzico di coaching o terapia, si può imparare a gestire meglio le emozioni e costruire rapporti più equilibrati. In fondo, conoscere il proprio stile non serve solo a migliorare la carriera, ma anche a sopravvivere alla prossima riunione di team senza voler cambiare pianeta.

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