Mucche bioniche: arrivano gli impianti cerebrali per aumentare la produzione di latte

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Mucche bioniche: arrivano gli impianti cerebrali per aumentare la produzione di latte

| 24/11/2025
Fonte: Pexels

Una startup testa neuro-impulsi nelle vacche per farle produrre più latte

  • La startup russa Neiry ha impiantato neuro-dispositivi nel cervello di cinque mucche
  • L’obiettivo è stimolare aree legate ad appetito, stress e riproduzione per aumentare la produzione di latte
  • I test si sono svolti nella regione russa di Sverdlovsk con risultati iniziali positivi
  • Nonostante le mucche siano sopravvissute senza effetti collaterali, alcuni esperti sollevano dubbi etici ed economici
  • Neiry punta a ridurre i costi e a vendere presto gli impianti a livello commerciale

 

C’è chi parla alle piante e chi, in Russia, preferisce parlare alle mucche… direttamente nel cervello. La startup Neiry ha deciso di spingere l’agricoltura 4.0 a un livello completamente nuovo, impiantando neuro-dispositivi nel cervello di cinque bovine per aumentare la produzione di latte. Gli interventi, condotti nella regione di Sverdlovsk, hanno visto l’inserimento di elettrodi che raggiungono le aree cerebrali legate all’appetito, allo stress e alla riproduzione.

Secondo l’azienda, le prime prove sono incoraggianti: le mucche sembrano produrre più latte e non mostrano effetti collaterali evidenti. Insomma, un piccolo passo per la scienza, un grande passo per il cappuccino del mattino. Gli investitori di Neiry parlano di un potenziale “cambiamento radicale” per l’industria lattiera, dove ormai ogni trucco per aumentare la resa è stato già provato.

Latte ad alta tecnologia (ma non tutti sono convinti)

Il sistema, spiegano i ricercatori, funziona grazie a impulsi elettrici che si adattano alla situazione: se una mucca perde appetito, il programma cambia modalità per stimolare la ripresa. L’obiettivo è ottimizzare ogni fase della produzione, come se si trattasse di una fabbrica intelligente… solo con più muggiti.

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Ma non tutti applaudono. Andrey Neduzhko, direttore del gruppo agricolo Steppe, ritiene che gli impianti siano troppo rischiosi per gli animali e poco convenienti per le aziende, visto il costo elevato. Neiry, però, non si arrende e promette di abbassare i prezzi con una trovata “geniale”: sale operatorie mobili su ruote, pronte a impiantare chip anche nelle stalle più remote. Per ora, il progetto resta in fase di sperimentazione, ma una cosa è certa: il futuro dell’allevamento potrebbe passare più dai cavi che dai pascoli. E forse un giorno il latte “intelligente” arriverà davvero al supermercato… con un’etichetta che dirà: “pensato dalla mucca, approvato dal chip”.

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