Ascoltare errori grammaticali possono provocare stress: lo studio

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Ascoltare errori grammaticali possono provocare stress: lo studio

| 11/01/2024
Fonte: Pexels

L’ascolto di una “cattiva grammatica” provoca segni di un fastidio fisico

  • Uno studio dell’Università di Birmingham ha rivelato una correlazione tra errori grammaticali e stress fisico, misurato attraverso la Variabilità della Frequenza Cardiaca (HRV)
  • L’HRV misura il tempo tra i battiti cardiaci e riflette lo stato di stress, con una maggiore regolarità indicativa di una risposta stressata
  • La ricerca ha evidenziato una riduzione significativa dell’HRV in risposta alle violazioni grammaticali, indicando un aumento dello stress correlato agli errori linguistici
  • Questa riduzione dell’HRV riflette l’entità delle violazioni grammaticali, suggerendo che più errori una persona percepisce, più regolare diventa il suo battito cardiaco
  • Gli studiosi ritengono che l’HRV possa essere utilizzato come indicatore della conoscenza linguistica implicita, offrendo un nuovo metodo per valutare le capacità linguistiche in situazioni in cui l’espressione verbale è limitata

 

Un nuovo studio condotto da professori dell’Università di Birmingham ha rivelato per la prima volta come il nostro corpo entri in modalità stress quando sentiamo parlare male di grammatica. I ricercatori hanno scoperto una correlazione diretta tra i casi di cattiva grammatica e la Variabilità della Frequenza Cardiaca (HRV) dei soggetti. L’HRV misura il tempo che intercorre tra un battito cardiaco e l’altro. La lunghezza degli intervalli tra i battiti cardiaci successivi di una persona tende a essere variabile quando è rilassata, ma diventa più regolare quando è stressata. La ricerca rivela una riduzione statisticamente significativa dell’HRV in risposta alle violazioni grammaticali.

Questa riduzione riflette l’entità delle violazioni grammaticali, suggerendo che più errori una persona sente, più regolare diventa il suo battito cardiaco – un segno di stress. In poche parole, il sistema nervoso simpatico attiva la risposta “combatti o fuggi” durante una minaccia o un pericolo percepito, mentre il sistema nervoso parasimpatico controlla le funzioni “riposa e digerisci” o “nutriti e riproduciti” del corpo. I risultati dimostrano che anche questo sistema risponde alle richieste cognitive e ciò suggerisce che lo sforzo cognitivo si riverbera attraverso il sistema fisiologico in più modi di quanto si pensasse in precedenza.

L’HRV può essere utilizzato come indicatore della conoscenza linguistica implicita

La ricerca condotta dalla professoressa Dagmar Divjak insieme al professor Petar Milin dell’Università di Birmingham e al dottor Hui Sun, che all’epoca lavorava come ricercatore post-dottorato al progetto, ha fornito la prima prova che suggerisce che l’HRV può essere utilizzato come indicatore della conoscenza linguistica implicita. Il professor Dagmar Divjak ha spiegato: “La conoscenza della vostra prima lingua è in gran parte implicita, vale a dire che per imparare la vostra lingua madre non avete dovuto sedervi e studiare, e usarla non richiede molta, se non nessuna, riflessione”.

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Ha poi continuato: “Questo significa anche che vi sarà difficile individuare cosa c’è di giusto o di sbagliato in una frase e, peggio ancora, spiegarne il motivo, soprattutto se non avete avuto una formazione linguistica formale. Tuttavia valutare con precisione le capacità linguistiche di una persona, a prescindere dall’età e dalle capacità fisiche o cognitive, è importante per molte questioni che riguardano le aree fondamentali della vita legate alla cognizione, compresa la salute del cervello. Questo studio ci fornisce un nuovo metodo per cogliere aspetti della cognizione che non sono direttamente osservabili. Questo è particolarmente prezioso nel lavoro con gli utenti del linguaggio che non sono in grado di esprimere verbalmente la loro opinione a causa della giovane età, della vecchiaia o della cattiva salute”.

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