Burnout: i dati sui lavoratori italiani sono catastrofici

Commenti Memorabili CM

Burnout: i dati sui lavoratori italiani sono catastrofici

| 29/04/2024
Fonte: Pxhere

Stress, disagio psicologico e ansia sul luogo di lavoro: i dati

  • L’Osservatorio sul benessere psicologico nelle aziende italiane ha condotto uno studio dai risultati allarmanti
  • Metà del campione intervistato ha dichiarato di soffrire di malessere sul posto di lavoro
  • Le professioni più colpite sono afferenti al settore del marketing e della comunicazione
  • Lo studio ha rinconfermato che le donne sono più a rischio degli uomini
  •  Secondo gli esperti, è necessario agire con dei programmi di welfare mirati

 

In Italia, la situazione relativa al benessere sul luogo di lavoro è a dir poco catastrofica: secondo le stime, infatti, la metà dei lavoratori del nostro Paese soffre di malessere psicologico. A mettere in luce il gravoso problema è stata una ricerca condotta dal centro medico online Serenis, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali dell’Università di Padova.

Gli studiosi hanno istituito l’Osservatorio sul benessere psicologico nelle aziende italiane con lo scopo di esaminare il benessere psicofisico dei lavoratori e verificare la loro percezione rispetto all’interesse dell’azienda nei confronti della propria salute mentale. Per farlo, hanno intervistato 1500 persone con un’età compresa tra i 18 e i 60 anni. Il primo e più allarmante dato che la ricerca ha messo in luce è che il 49,4% del campione è affetto da disagio psicologico causato dalle condizioni di lavoro. In particolare, le professioni più colpite sono afferenti al settore del marketing e della comunicazione.

Benessere mentale sul luogo di lavoro: in Italia c’è ancora molto da fare

I partecipanti alla ricerca hanno sottolineato l’importanza della questione relativa al benessere psicologico sul luogo di lavoro: due persone su tre, infatti, pensano che l’argomento sia particolarmente rilevante. Eppure, ben il 50% degli intervistati ha dichiarato che il livello di attenzione nei confronti del proprio benessere da parte dell’azienda in cui lavora è estremamente basso. La percezione di questo disinteresse, in particolare, è avvertita dalle fasce del campione con un’età compresa tra i 36 e i 45 anni, oltre che dalle donne, riconfermando il divario e la disparità di trattamento tra lavoratori e lavoratrici.

Daniele Francescon, co-fondatore di Serenis, ha così commentato l’esito dello studio: “I risultati dell’Osservatorio ci comunicano che c’è ancora molto da fare nel mondo del lavoro in Italia in termini di benessere mentale. […] è necessario agire in modo concreto per invertire la rotta. In che modo? Individuare il problema è sicuramente il primo passo per capire dove intervenire al meglio con dei programmi di welfare mirati”.

Leggi anche: Che cos’è FOBO, la paura di essere sostituti sul lavoro dall’IA

Tra le incombenze lavorative che generano più ansia, in particolare, Francescon ha elencato “l’ampliamento delle attività da svolgere, percepito come una fonte di stress e non un’opportunità di apprendimento o miglioramento professionale. Anche lo smart working non sempre incide positivamente sul benessere mentale e, in coloro che svolgono un ruolo poco autonomo, lavorare da soli genera frustrazione,  a dimostrazione che la dimensione sociale è fondamentale per prevenire situazioni di stress e ansia“.

Copyright © 2018 - Commenti Memorabili srl
P. IVA 11414940012

digitrend developed by Digitrend