Capre su un’isola deserta: sopravvivenza estrema in stile brasiliano
- Un gruppo di capre ha vissuto per oltre due secoli su un’isola senza acqua dolce
- Si trovavano sull’isola di Santa Bárbara, nell’arcipelago brasiliano di Abrolhos
- La loro presenza risale all’epoca coloniale e ha messo a rischio l’ecosistema locale
- Gli scienziati vogliono capire come siano sopravvissute senza mai bere acqua
- Le capre potrebbero avere sviluppato adattamenti utili per affrontare il cambiamento climatico
Non hanno internet, non hanno un pastore e nemmeno una fonte d’acqua potabile. Eppure, un gruppo di capre è riuscito a vivere indisturbato per oltre 200 anni sull’isola di Santa Bárbara, al largo della costa di Bahia. Un dettaglio curioso? Sull’isola non c’è nemmeno una goccia d’acqua dolce, ma loro, le capre, non sembrano essersene accorte.
La loro presenza sull’isola è stata documentata per più di due secoli. Si pensa siano state lasciate lì dai colonizzatori in fuga, come scorte di cibo a lungo termine che però nessuno è mai tornato a consumare. Da allora hanno fatto tutto da sole: si sono riprodotte, hanno messo radici e soprattutto non si sono mai fatte vedere a bere acqua.
Capre senza acqua: la sopravvivenza che sfida la logica
I biologi brasiliani hanno osservato con attenzione questo curioso fenomeno: capre che si moltiplicano su un’isola arida, senza fonti idriche visibili, e che sembrano persino in ottima forma. Molte gravidanze gemellari e animali ben nutriti hanno fatto sospettare che, sotto quella barba caprina, si nasconda qualche superpotere evolutivo.
Alcuni scienziati ipotizzano che queste capre abbiano imparato a cavarsela bevendo acqua salata, una strategia decisamente fuori dagli schemi. Altri invece puntano tutto su una pianta locale, la beldroega, che contiene una discreta quantità d’acqua naturale e potrebbe aver fornito loro tutta l’idratazione necessaria per sopravvivere.
La rimozione delle capre e l’equilibrio dell’ecosistema
Nonostante la loro storia affascinante, le autorità ambientali brasiliane hanno deciso di rimuovere le capre superstiti dall’isola. Il motivo non è un’improvvisa sete, ma il fatto che stavano mettendo in pericolo la biodiversità dell’arcipelago. In particolare, alcune specie di uccelli marini rischiavano di perdere i loro luoghi di nidificazione.
Il trasferimento è stato effettuato con cura, proprio per evitare di cancellare un possibile patrimonio genetico unico. Le capre superstiti, 27 in tutto, sono state portate via dall’isola e ora vivranno una nuova vita sotto lo sguardo attento degli scienziati, curiosi di scoprire come abbiano fatto a sopravvivere in condizioni che sfiderebbero anche il più allenato degli escursionisti.
Capre e cambiamento climatico: un legame inatteso
Ma la storia non finisce con l’ultimo traghetto verso terraferma. Gli studiosi stanno valutando se le strategie di sopravvivenza di queste capre possano fornire spunti utili per sviluppare nuove razze capaci di resistere alla siccità. In un mondo dove le temperature salgono e l’acqua scarseggia, una capra che non beve potrebbe diventare la nuova icona della sostenibilità.
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In effetti, il Brasile – e in particolare le regioni aride del nord-est – potrebbe trarre grande beneficio da una razza caprina capace di vivere in ambienti ostili. E se la soluzione al cambiamento climatico fosse stata nascosta per 200 anni su un’isoletta dimenticata, sotto forma di barba e zoccoli?

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- https://www.odditycentral.com/news/mysterious-goats-survive-over-200-years-on-isolated-island-with-no-fresh-water.html
- https://noticias.uol.com.br/ultimas-noticias/agencia-estado/2025/03/30/como-cabras-sobreviveram-por-mais-de-200-anos-em-ilha-sem-agua-doce-na-bahia.htm
- https://www.vice.com/en/article/these-goats-survived-200-years-on-an-island-without-fresh-water-but-how/