Menù da incubo: ecco la classifica dei cibi più disgustosi della storia

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Menù da incubo: ecco la classifica dei cibi più disgustosi della storia

| 11/05/2023
Fonte: Pixabay

Dalle cicale alle gru: le specialità del mondo antico

  • Alcune delle abitudini alimentari di chi ci ha preceduto sono senza dubbio rivoltanti
  • Il filosofo Aristotele andava pazzo per le cicale, mentre gli antichi romani erano ghiotti di ghiri
  • Nel Trecento i nobili si nutrivano di volatili come gru e cicogne
  • Per dimostrare il proprio status sociale, nel Rinascimento i più ricchi organizzavano lauti banchetti a base di oro
  • Andiamo alla scoperta degli alimenti più disgustosi della storia

 

Vi siete mai chiesti quali erano le specialità culiarie dell’antichità? Se siete pronti a leccarvi i baffi, ci dispiace deludervi. Anzi, meglio che proseguiate nella lettura solo se avete uno stomaco forte. Andiamo alla scoperta dei cibi più disgustosi della storia. Sapete di quale prelibatezza andava pazzo Aristotele? Cicale, specialmente se allo stato di crisalide, prima dell’ultima muta. In particolare, il filosofo ha precisato che “i maschi sono i migliori da mangiare. Invece dopo l’accoppiamento le più buone sono le femmine, tutte piene di bianche uova come sono“.

Proseguiamo scoprendo le abitudini alimentari dei Romani. Tra gli animali di cui erano soliti nutrirsi, c’era il ghiro. Allevato in orci di terracotta bucherellate, veniva fatto ingrassare in modo che la sua carne risultasse morbida e succulenta. Tra i bocconcini che venivano abitualmente serviti sulle mense di alto rango del Trecento c’erano cicogne, rondini, cigni e gru. Secondo le credenze dell’epoca, infatti, chi si trovava in alto nella scala sociale doveva nutrirsi di ciò che stava in alto in natura, ovvero gli uccelli.

Paese che vai usanza (culinaria) che trovi

Una bizzarra abitudine della cucina rinascimentale prevedeva l’ingestione di oro. Questo metallo, infatti, è atossico. Mangiarlo, quindi, non comporta danni. In realtà, tuttavia, l’usanza aveva ben poco a che fare con il gusto. Infatti, l’oro veniva servito in occasione dei più lauti banchetti, per dimostrare la ricchezza e il prestigio del padrone di casa.

Del resto, al giorno d’oggi non mancano cibi ambivalentemente considerati prelibati o disgustosi in base alla latitudine. Pensiamo, ad esempio, alla carne di cavallo. Considerata un vero e proprio toccasana nel nostro Paese, in Cina rappresenta un alimento a dir poco rivoltante.

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Senza contare, poi, tutte quelle specialità regionali che in altre parti d’Italia farebbero storcere il naso. Alcuni esempi? Il lampredotto, tipico street food fiorentino a base di una delle quattro sezioni dello stomaco dei ruminanti. E ancora, la coratella, ricavata dalle interiora di animali di piccola taglia come agnelli e conigli. E voi, quali di questi piatti assaggereste e quali non riuscireste mai a ingoiare?

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