Cita in giudizio un uomo per 10.000 euro per non essersi presentato a un appuntamento romantico

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Cita in giudizio un uomo per 10.000 euro per non essersi presentato a un appuntamento romantico

| 23/05/2023
Fonte: Pexels

Una causa bizzarra: un risarcimento per aver dato buca ad un appuntamento

  • QaShontae Short ha citato in giudizio Richard Jordan
  • La donna ha accusato l’uomo di non essersi presentato ad un appuntamento
  • A suo dire l’avrebbe fatto intenzionalmente per causarle uno stress emotivo
  • La Short ha sostenuto che Jordan le ha mentito sull’appuntamento e ha persino spergiurato
  • Tutte le accuse sono però state rimandate al mittente dal giudice
  • Non è comunque la prima volta che la donna intenta una causa senza un motivo valido

 

Una donna del Michigan sta citando in giudizio un uomo per 10.000 euro per non essersi presentato ad un appuntamento. Secondo quanto riportato da TMZ, QaShontae Short ha avviato una causa contro Richard Jordan presso il 67° tribunale distrettuale, sostenendo che l’uomo le avrebbe inflitto intenzionalmente uno stress emotivo dopo averle dato buca all’appuntamento. I due sono apparsi via Zoom per un’udienza virtuale, dove le cose sono degenerate rapidamente.

Jordan ha affermato rivolto al giudice Herman Marable Jr: “Abbiamo avuto un appuntamento, un solo appuntamento, e poi niente più, e ora sono stato citato in giudizio per 10.000 euro. Penso che sia una perdita di tempo”. La Short di contro ha sostenuto che l’uomo ha mentito sull’appuntamento con lei e lo ha persino accusato di “spergiuro”. Un’accusa che il giudice ha subito rigettato, in quanto ha dichiarato di non vedere “nulla nella denuncia che dica che ha fatto una falsa dichiarazione sotto giuramento”.

Non è la prima volta che la Short intenta una causa frivola

Il togato ha poi spiegato alla donna che si era rivolta al tribunale sbagliato, in quanto la sua richiesta di risarcimento era una questione “al di fuori della giurisdizione del tribunale distrettuale”. Ha aggiunto doveva archiviare il caso o rinviarlo al tribunale distrettuale. QaShontae Short non si è però data vinta e ha ribattuto che, seppur la falsa testimonianza secondo il giudice non c’era, era necessario considerare l’inflizione intenzionale di stress emotivo come un reato.

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Questa non è la prima volta che la Short ha intentato una causa frivola: il Daily Mail ha infatti riportato che la donna si è rivolta al tribunale citando anche il Dipartimento di Polizia di Flint e AT&T, una società telefonica statunitense. Sebbene entrambi i casi siano stati archiviati, abbiamo la sensazione che la Short non rinuncerà a questa causa così facilmente. Del resto in tal modo lei e Jordan così avranno il tanto sperato appuntamento, seppur in tribunale.

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