Colpito da un fulmine si risveglia in obitorio: la vita (ultraterrena) secondo Dannion Brinkley

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Colpito da un fulmine si risveglia in obitorio: la vita (ultraterrena) secondo Dannion Brinkley

| 01/06/2025
Fonte: Pexels

Esperienze di pre-morte e fulmini: quando il destino ha il senso dell’umorismo

  • Dannion Brinkley è stato colpito da un fulmine e dichiarato morto
  • Si è risvegliato mezz’ora dopo, nell’obitorio dell’ospedale
  • Racconta di aver visto una luce e rivissuto tutta la sua vita
  • Ha vissuto altre due esperienze di pre-morte, tra cui una in sala operatoria
  • Oggi aiuta i malati terminali a non temere la morte

 

Essere colpiti da un fulmine non è certo il modo più rilassante per prendersi una pausa di riflessione. Ma per Dannion Brinkley, settantaquattrenne americano, è stato l’inizio di qualcosa di decisamente più… illuminante. Ex marine e imprenditore, Brinkley ha collezionato non una, non due, ma ben tre esperienze di pre-morte. Sì, tre. Perché quando si tratta di flirtare con l’aldilà, lui non si tira certo indietro.

Tutto inizia nel 1975, quando un fulmine decide che la testa di Dannion è il posto ideale dove scaricarsi. Risultato: viene dichiarato morto dai medici, solo per risvegliarsi circa mezz’ora dopo, e non proprio nel salotto di casa. No, in obitorio. Secondo lui, durante quei minuti ha visto una luce intensa e ha rivissuto tutta la sua vita. Un po’ come un best of esistenziale, senza pubblicità.

Cosa succede dopo la morte? Spoiler da chi ci è stato

Dopo questo primo tour dell’aldilà, Brinkley ci prende gusto. Anni dopo, durante un intervento chirurgico a cuore aperto, si ritrova di nuovo a fluttuare tra la vita e la morte. Ma stavolta c’è il livello bonus: la compagnia degli angeli. In base al suo racconto, questi esseri gli avrebbero insegnato a usare i suoi nuovi “doni spirituali” per sostenere chi è vicino alla fine.

Tutto questo viene poi raccontato nel suo libro Salvato dalla Luce, che più che un’autobiografia sembra il trailer di una serie paranormale. Ma per Brinkley non c’è niente di mistico o spettacolare. Lui la mette giù semplice: “Nessuno muore davvero, non succede mai. La morte non fa parte della realtà”.

Aiutare i malati terminali grazie alle esperienze di pre-morte

Da allora, Brinkley ha fatto della sua esperienza il centro della sua missione di vita. Oggi assiste pazienti terminali, cercando di trasmettere loro quella tranquillità che solo chi ha visitato – letteralmente – l’altra parte, può provare. Per lui, la morte non è una fine, ma un passaggio. E niente inferni di fuoco o giudizi eterni, solo esseri spirituali in viaggio.

Secondo lui, sapere che “non si muore davvero” cambia tutto. Dà una nuova prospettiva e, paradossalmente, più voglia di vivere. Brinkley cerca di spiegare che il vero inferno è la paura che abbiamo della morte, non la morte in sé.

Cosa dice la scienza sulle esperienze di pre-morte

E i medici? Alcuni scienziati hanno iniziato a prendere sul serio questi racconti. Sam Parnia, medico della NYU Langone Health, ha dichiarato che le esperienze di pre-morte non sono sogni o deliri, ma esperienze uniche e misurabili. Insomma, non è solo roba da film. I cosiddetti marcatori di coscienza lucida sarebbero stati identificati in pazienti in stato critico. E anche se la scienza non si sbilancia troppo su cosa ci sia “dopo”, sembra riconoscere che qualcosa accade.

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Che sia luce, tunnel o semplicemente una profonda pace, l’esperienza è reale per chi la vive. Dannion Brinkley non cerca di convincere nessuno. Racconta ciò che ha visto e vissuto, con l’aria di chi ha fatto un viaggio lungo e complicato, e ne è tornato con una certezza: la vita non finisce dove pensiamo. Nel dubbio, però, meglio non scherzare coi temporali.

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