Come e perché sono nati gli anni bisestili?

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Come e perché sono nati gli anni bisestili?

| 14/01/2024
Fonte: Youtube

Il 2024 avrà 366 giorni invece che 365. L’aggiunta di un giorno ogni quattro anni ha origini lontane

  • Gli anni bisestili sono stati istituiti poiché la Terra nella sua rivoluzione completa attorno al sole impiega poco più di 365 giorni, eccedendo di 5 ore, 48 minuti e 56 secondi
  • Per recuperare il tempo in più che si accumula ogni anno, si aggiunge un giorno ogni 4 anni al mese di febbraio
  • L’idea degli anni bisestili risale al 45 a.C. quando l’imperatore Giulio Cesare istituì il calendario giuliano
  • Rispetto all’anno astronomico, il calendario giuliano accumulava un piccolo ritardo ogni anno, pari ad un giorno ogni 128 anni
  • Nel XVI secolo si era arrivati ad un ritardo di 13 giorni e nel 1582 il calendario giuliano fu sostituito dal calendario gregoriano, ancora oggi in uso

 

Il 2024 è un anno bisestile, con 366 giorni nel calendario anziché 365. L’anno bisestile ricorre ogni 4 anni e fa riferimento al calendario gregoriano, il più utilizzato nel mondo.

Il giorno bisestile

Il giorno in più, noto come giorno bisestile, è il 29 febbraio. Anche altri calendari, tra cui il calendario ebraico, il calendario islamico, il calendario cinese e il calendario etiope, hanno gli anni bisestili che però non cadono tutti ogni quattro anni e, spesso, si verificano in anni diversi rispetto a quelli del calendario gregoriano.

Gli anni bisestili sono stati istituiti poiché la Terra nella sua rivoluzione completa attorno al sole impiega poco più di 365 giorni, eccedendo di 5 ore, 48 minuti e 56 secondi. Per recuperare il tempo in più che si accumula ogni anno, si aggiunge un giorno ogni 4 anni al mese di febbraio.

Tuttavia, il sistema non è perfetto: guadagniamo circa 44 minuti in più ogni quattro anni, che diventano un giorno ogni 129 anni. Per risolvere questo problema, saltiamo gli anni bisestili ogni anno centenario, ad eccezione di quelli divisibili per 400, come 1600 e 2000.

Il calendario giuliano e gregoriano

L’idea degli anni bisestili risale al 45 a.C. quando l’imperatore romano Giulio Cesare istituì il calendario giuliano, composto da 365 giorni separati nei 12 mesi. Luglio e agosto erano originariamente chiamati rispettivamente Quintilis e Sextilis, ma furono successivamente ribattezzati in onore di Giulio Cesare e del suo successore Augusto. Il nome “bisestile” è dovuto al fatto che il giorno in più era inserito dai romani subito prima delle calende di marzo (24 febbraio) e lo chiamavano “bis sexto kalendas Martias”.

Il calendario giuliano era basato sul ciclo delle stagioni. Rispetto all’anno astronomico, accumulava un piccolo ritardo ogni anno, pari ad un giorno ogni 128 anni. Partendo dalla sua introduzione nel 45 A.C., si era arrivati a circa 13 giorni nel XVI secolo. Per recuperare i giorni di ritardo accumulati, nel 1582 il calendario giuliano fu sostituito dal calendario gregoriano per decreto di papa Gregorio XIII. Diverse nazioni tuttavia hanno continuato a utilizzare il calendario giuliano ben oltre tale data, adeguandosi poi in tempi diversi tra il XVIII e il XX secolo. Alcune Chiese come quella ortodossa tuttora usano il calendario giuliano come proprio calendario liturgico: da ciò deriva che i cattolici festeggino il Natale il 25 dicembre mentre gli ortodossi il 7 gennaio.

Anno bisesto anno funesto

L’anno bisestile è per tradizione considerato un anno di sventura, da cui il detto “anno bisesto, anno funesto”.

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Nel passato il giorno “in più” aggiunto al calendario era considerato fuori dal tempo, in cui potevano verificarsi eventi magici, sia positivi che negativi. Se nell’occidente gli anni bisestili sono considerati negativi, in oriente al contrario, soprattutto in Cina, sono ritenuti invece fortunati.

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