Gli tocca la capretta Benedetta e lui gli buca le gomme: lite a Tula
- Un quarantanovenne è entrato in un bar di Tula con la sua capretta appena nata
- Un compaesano ha accarezzato l’animale scatenando la rabbia del proprietario
- Ne è nata una lite verbale che è proseguita davanti a casa dell’altro
- Il quarantanovenne ha danneggiato l’auto del rivale con un coltello lungo 21 cm
- Si è autodenunciato ai carabinieri ed è stato sottoposto a divieto di avvicinamento
A Tula, tranquillo comune in provincia di Sassari, la Pasquetta ha preso una piega del tutto inaspettata. Un uomo di 49 anni, allevatore e visibilmente fiero del suo ruolo, ha deciso di condividere il giorno di festa con la sua capretta appena nata, Benedetta, portandola al bar come fosse un cucciolo da esibire. Una scena quasi bucolica, se non fosse che l’ingresso del piccolo animale ha dato il via a un battibecco degno di un film grottesco.
Un altro avventore, conoscente del protagonista, ha avuto l’imprudenza di accarezzare la capretta. Un gesto all’apparenza innocente, ma non per il proprietario, che lo ha vissuto come un affronto personale. Le “mani indegne” del rivale, così le ha definite, non erano a suo avviso degne di toccare Benedetta.
Capretta accarezzata, pneumatici squarciati
La lite sembrava rientrata, ma non è finita lì. L’allevatore si è presentato più tardi sotto casa del compaesano e, dopo un nuovo scambio di insulti, ha estratto una lama lunga 21 centimetri – la tradizionale pattadesa – e ha squarciato due pneumatici della macchina del rivale. Un gesto plateale, motivato dalla sua indignazione e da una lunga serie di offese ricevute.
Dopo aver portato a termine la sua vendetta su gomma, l’uomo non è fuggito. Al contrario, ha deciso di costituirsi spontaneamente, presentandosi dai carabinieri del paese e consegnando l’arma. Ha spiegato tutto con precisione, sostenendo che il gesto era la conseguenza dell’intollerabile mancanza di rispetto nei confronti della sua capretta.
Divieto di avvicinamento per l’uomo e calma (forse) ristabilita
L’allevatore è stato arrestato con le accuse di minacce, danneggiamento e porto abusivo di arma atta a offendere. Il giorno successivo è comparso davanti al giudice Silvia Masala presso il tribunale di Sassari per l’udienza di convalida. Il pubblico ministero aveva chiesto la custodia in carcere, ma il giudice ha optato per una misura meno severa: il divieto di avvicinamento nel raggio di 500 metri alla persona offesa e ai suoi familiari.
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Per ora, Benedetta è salva e torna al suo ovile. La Pasquetta si è conclusa con due gomme a terra, una denuncia, e una lezione chiara: in Sardegna, certe affinità elettive tra uomo e bestiame non vanno disturbate. Specialmente se l’animale si chiama Benedetta e il proprietario ha una pattadesa in tasca.

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