Complottista dei virus cresce i figli isolati nel bosco per “proteggerli” dal mondo

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Complottista dei virus cresce i figli isolati nel bosco per “proteggerli” dal mondo

| 03/09/2025
Fonte: Pexels

Due bambini cresciuti in totale isolamento da un padre ossessionato dai virus creati in laboratorio

  • Due bambini di sei e nove anni trovati isolati in una fattoria piemontese
  • I piccoli non risultavano registrati e non sapevano né leggere né scrivere
  • Il padre, un olandese ossessionato dai virus da laboratorio, temeva contaminazioni
  • La famiglia viveva fuori dai radar grazie a un’abitazione autonoma in mezzo al bosco
  • I minori sono stati affidati ai servizi sociali in attesa di una nuova famiglia

 

Quando i carabinieri sono arrivati alla fattoria di Lauriano, in Piemonte, si aspettavano di trovare solo qualche disagio abitativo causato dall’alluvione. Invece si sono imbattuti in due bambini, di sei e nove anni, che sembravano usciti da un romanzo distopico: indossavano ancora il pannolino, non parlavano e non erano nemmeno registrati all’anagrafe italiana. Semplicemente, non esistevano.

I genitori, una coppia olandese trasferita in Italia durante la pandemia, hanno subito spiegato che i figli erano stati cresciuti in casa, circondati da amore, giochi, libri e cibo sano. Peccato che i bambini non sapessero né leggere né scrivere, e comunicassero a malapena. L’educazione casalinga è una cosa, la totale sconnessione dalla realtà un’altra.

Bambini isolati in Piemonte e l’ossessione per i virus da laboratorio

Il padre quarantanovenne, scultore metallico di professione e teorico complottista per vocazione, ha dichiarato di voler proteggere i suoi figli da un mondo contaminato da virus creati in laboratorio. Secondo lui, governi e poteri oscuri stavano tramando per infettare l’umanità, quindi l’unica soluzione era sparire tra i boschi e vivere in completa autosufficienza.

Missione riuscita, almeno dal punto di vista logistico: la fattoria era energeticamente autonoma, l’acqua arrivava da fonti naturali e per raggiungerla bisognava attraversare un sentiero boscoso degno di un film survival. La privacy era garantita, la connessione col mondo esterno decisamente meno.

Minori non registrati: il caso dei figli invisibili

I due bambini, soprannominati “figli fantasma” dalla stampa italiana, non comparivano in alcun registro scolastico, sanitario o anagrafico. Ufficialmente, per lo Stato italiano, non erano mai esistiti. Una situazione che ha fatto scattare l’intervento del Tribunale dei Minori di Torino, che ha stabilito l’immediato affidamento a una struttura protetta in attesa di individuare una nuova famiglia.

Secondo quanto riportato dai giornali locali, i bambini mostravano atteggiamenti aggressivi e difficoltà relazionali anche tra loro. Gli anni trascorsi nella solitudine della campagna, lontano da altri coetanei, hanno evidentemente lasciato il segno. Altro che infanzia idilliaca nella natura.

Virus, paranoia e genitorialità alternativa

Il padre, interrogato dagli inquirenti, ha ribadito di aver agito per amore e per protezione. Nessun intento malevolo, solo una visione alternativa della realtà, in cui i vaccini sono trappole e i virus strumenti del potere. Una convinzione così radicata da spingerlo a tagliare i ponti con tutto e con tutti.

Il problema è che, mentre i genitori si sentivano al sicuro, i bambini crescevano privati di strumenti basilari per affrontare il mondo. Parlare, scrivere, comprendere: tutto sacrificato in nome di un’utopia paranoica. Il Comune, dal canto suo, ha confermato che nessuno aveva mai visto i minori e che la casa era talmente isolata da rendere ogni controllo quasi impossibile.

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La tutela dei minori tra libertà e responsabilità

Il caso ha riacceso il dibattito sull’educazione parentale, sulle teorie complottiste e sulla sottile linea che separa la libertà educativa dall’abbandono. Si può crescere un figlio fuori dagli schemi, ma non fuori dal mondo. I servizi sociali e le autorità giudiziarie stanno ora lavorando per garantire un futuro più stabile ai due fratelli. Un futuro con meno virus immaginari e più parole vere.

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